LECCO – Lecco l’ha capito: per abbattere burocrazia e barriere architettoniche è indispensabile rimanere uniti, facendo ciascuno convogliare verso lo stesso obiettivo competenze e peculiarità. E’ stato presentato ieri sera, mercoledì, il nuovo accordo sottoscritto da Peba (associazione monzese impegnata nell’abbattimento delle barriere architettoniche), con il Comune, il Politecnico e l’Istituto di istruzione superiore Bovara tutti uniti e impegnati per lo stesso scopo: rendere la città di Lecco accessibile a tutti.
Il monzese Andrea Ferretti, presidente dell’associazione, ha illustrato il compito del sodalizio. “Noi proponiamo ai Comuni e agli enti la mappatura gratuita del territorio – ha spiegato – Per individuare le barriere architettoniche presenti. Si tratta di un lavoro molto lungo, ma necessario”.
Meglio dire un obbligo di legge: risale infatti al 1986 la normativa che imponeva ai Comuni la redazione del Piano Eliminazione Barriere Architettoniche (Peba, appunto), ma la maggior parte non è ancora in regola. “Raccogliamo fondi da privati per investirli in questi ambiti e Lecco è il primo capoluogo di provincia che ha fortemente creduto nella nostra missione – ha proseguito – Il merito ulteriore è quello di aver coinvolto in questo progetto anche il Politecnico e una scuola che attiverà in questo settore giovani studenti”.
Peba ha offerto al Comune la sua collaborazione a costo zero per la mappatura, la promozione di eventi di sensibilizzazione, la progettazione e raccolta fondi per realizzare l’abbattimento delle barriere architettoniche. Nel progetto sono coinvolti anche il Politecnico di Milano (con la sua sede di Lecco) che, dopo avere firmato un accordo triennale di collaborazione con Peba Onlus, inizierà i lavori non solo sul campo, ma anche in aula con percorsi di tesi sui temi del design for all e dell’ architettura senza barriere.
L’Istituto tecnico Bovara infine aiuterà la commissione mettendo a disposizione classi di liceo (geometri) per la mappatura del territorio, con lo strumento dell’alternanza scuola lavoro.
Barbara Apicella