SEREGNO – Là dove regnava la criminalità organizzata sorgerà un giardino pubblico dedicato a Paolo Giorgetti, una delle vittime della ‘ndrangheta. Lo ha deciso l’amministrazione comunale, che vuole trasformare il quartiere situato all’angolo tra vie delle Grigne e via della Valassina in un luogo di riscatto morale. Porterà il nome di chi ha pagato con la vita, benché innocente, la prepotenza della criminalità organizzata.
“Via delle Grigne – afferma il sindaco Alberto Rossi – è uno spazio importante, in cui simbolicamente le istituzioni si riprendono la scena rispetto alle mafie. Proprio in via della Grigne, da qualche settimana il Comune di Seregno ha acquisito alcuni immobili confiscati alla criminalità organizzata (nove appartamenti, un attivo e tredici box). Via delle Grigne è un luogo privilegiato dove lasciare anche un simbolo dell’impegno della città di Seregno per la legalità. A pochi metri dagli immobili confiscati, sorge questo giardino pubblico. Che era un po’ nascosto e che, con un intervento di manutenzione straordinaria, abbiamo riportato ad una maggiore visibilità. È il punto che abbiamo scelto per la testimonianza dell’impegno della città contro la criminalità organizzata. E questa testimonianza la traduciamo nella dedica ad una persona e ad una storia che appartengono al nostro territorio, la storia di Paolo Giorgetti, la cui memoria merita di essere tenuta viva. Ringrazio Carlo Giorgetti, il padre di Paolo, per aver voluto condividere il percorso da noi tracciato e ci impegniamo fin d’ora a celebrare l’intitolazione nel corso di una cerimonia pubblica e solenne”.
La storia di Paolo Giorgetti è ben nota a molti brianzoli. Almeno a quelli che oggi hanno dai cinquant’anni in su. Figlio di Carlo, uno dei più noti industriali mobilieri della Brianza, Paolo Giorgetti viveva a Meda, dove frequentava il liceo scientifico all’Istituto Marie Curie. La mattina del 9 novembre 1978 Paolo, allora sedicenne, venne rapito lungo la strada che percorreva a piedi tutti i giorni. A dare l’allarme furono alcuni passeggeri di un convoglio delle Ferrovie Nord assistettero al rapimento del ragazzo, caricato su una Fiat 128 verde. Il corpo del ragazzo venne ritrovato bruciato e carbonizzato nel bagagliaio di un’auto a Cesate, all’estrema periferia nord di Milano. Ad ucciderlo fu il cloroformio, motivo per cui i rapitori bruciarono il corpo. Per il suo omicidio venne condannato come mandante Vincenzo Loielo, boss della ‘Ndrangheta di Gerocame, paese in provincia di Vibo Valentia.
L’episodio, in quegli anni, aveva molto colpito l’opinione pubblica. In tanti erano rimasti a lungo in trepida attesa, soprattutto nella nostra zona, sperando di capire qualcosa in più sull’accaduto e, soprattutto, di ricevere notizie positive. Purtroppo è andata ben diversamente. Ora ci pensa l’amministrazione comunale a chiudere il cerchio. Già chiesta e ottenuta l’autorizzazione della Prefettura per l’intitolazione del giardino pubblico. Paolo Giorgetti sarà ricordato per sempre. Il suo nome sarà un nome tramandato di generazione in generazione. Il luogo individuato per farlo rivivere nella memoria dei brianzoli sarà quello della rinascita della città e di chi ha voglia di credere in un futuro migliore.
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Novembre 12, 2024