La proposta della Commissione per la riduzione degli imballaggi, seppur condivisibile negli obiettivi di limitazione dei rifiuti, avrà effetti opposti e negativi sulla filiera produttiva europea e sui consumatori. E’ quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia in merito alla proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea.
“Si tratta di norme che non premiano la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare peraltro “l’effetto negativo sui costi di produzione dell’intera filiera agroalimentare che rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica”.
“Ma negativo è nel complesso anche l’impatto sull’ambiente – aggiunge Luigi Scordamaglia consigliere delegato di Filiera Italia -, basti pensare all’enorme spreco d’acqua connesso al lavaggio dei materiali che dovrebbero essere riutilizzati nel take away e ai gravi problemi di sicurezza alimentare che potrebbero porsi in merito ad una serie di agenti patogeni trasmissibili in un momento delicato di pandemie come l’attuale”.
Particolarmente grave è inoltre la volontà di favorire il passaggio alla vendita di prodotti allo stato sfuso invece che confezionati singolarmente, riducendo il livello di controllo e di rintracciabilità contro le contraffazioni, denunciano Coldiretti e Filiera Italia nell’evidenziare anche l’enorme aumento degli sprechi di prodotti alimentari legati alla maggiore deperibilità dei prodotti venduti senza confezioni che aumentano significativamente la shelf life del prodotto stesso.
Facile inoltre immaginare – concludono Coldiretti e Filiera Italia – le problematiche ulteriori che da tale regolamento deriverebbero anche per i prodotti importati da Paesi terzi a cui difficilmente potremmo imporre praticamente gli stessi requisiti.