VIMERCATE – “Il giorno in cui cancelleremo Pedemontana sarà possibile una nuova idea di Brianza”. Niente ambiguità né mezzi termini da parte degli ambientalisti riguardo a ciò che pensano sulla realizzazione dell’autostrada. Un no secco unito alla volontà di opporsi in ogni modo.
“Di Pedemontana parliamo da 40 anni – affermano gli ambientalisti – e questo dovrebbe già essere indicativo della debolezza di una proposta mai divenuta realtà. Chi ancor oggi la sostiene dovrebbe riflettere su questo e semplicemente vergognarsi di riproporre un progetto non solo vecchio, ma dai costi iperbolici a fronte dei benefici previsti, perché divoratore di risorse altrimenti destinabili, rischioso per la comunità a causa delle ricadute negative sul fronte del traffico, progettualmente approssimativo, tanto che non è ancora definito dove e come l’autostrada dovrebbe terminare e per come si affronteranno le criticità legate alla diossina a Seveso, devastante per un ambiente già massacrato in quella che fu la verde Brianza”.
“Oggi – aggiungono gli oppositori del progetto – Pedemontana resta in piedi principalmente per la volontà di una forza politica, la Lega, che detiene un potere preminente in Regione Lombardia e che ha fatto dell’autostrada il suo cavallo di battaglia locale, come se il cemento e l’asfalto fossero un fattore strategico di successo nell’economia degli anni a venire. Se Pedemontana in 40 anni non è stata realizzata non è derivato da un cattivo influsso degli astri, bensì da ragioni conosciute. Insiste su un territorio già fortemente urbanizzato e che è complicato compromettere ulteriormente con nuove infrastrutture. E’ sempre stata poco appetibile per l’investimento privato e infatti ha dovuto essere salvata più volte dall’intervento pubblico, ancor oggi non è in parte finanziata e, dove i finanziamenti ci sono, si rivelano insufficienti per la crescita dei costi. Sarà un’opera pagata coi soldi pubblici che genererà profitti privati esentati da rischi imprenditoriali, attraverso continue iniezioni di capitale pubblico, defiscalizzazioni e garanzie varie e su questo piano è un’operazione persino immorale”.
Il giudizio, però, non è solo di tipo politico ma anche tecnico: “Dovrebbe risolvere i problemi degli spostamenti sulla direttrice est-ovest della Brianza – commentano le associazioni ambientaliste -, ma è più probabile che ne crei. Le valutazioni dei flussi di traffico sono datate e ormai divenute irrealistiche, mentre la criticità della riqualificazione di un’arteria fondamentale come la Milano-Meda, portata dalla circolazione libera quella di un pedaggio alto, con il rischio che il traffico veicolare si riversi sulla viabilità locale e intercomunale, non è mai stata praticamente considerata. Anche i rischi connessi al Piano Operativo di Bonifica con la movimentazione di terreno contaminato da diossina TCDD sono stati sottovalutati. Le richieste di cercare almeno di ridurre l’impatto ambientale, ma non solo, attraverso modifiche progettuali dell’opera, sono sempre state respinte, perché si ha il timore che queste revisioni la possano cancellare definitivamente, anche per le poco solide basi su cui essa poggia già di per sé.
I comportamenti di Regione Lombardia, della società concessionaria (CAL) e di quella creata per realizzare l’autostrada (APL) sono dunque censurabili per molteplici aspetti”.
E ancora: “Alle criticità prima illustrate si aggiungono da un lato i rilievi della Corte dei Conti che manifesta preoccupazione per il quadro economico-finanziario e dall’altro una Greenway, parte delle compensazioni ambientali, prevista contestualmente alla realizzazione delle tratte e di cui si è persa traccia nell’ iter progettuale. Abbiamo poi il procedimento aperto della Banca Europea degli Investimenti, tra le principali finanziatrici dell’opera, chiamata in causa dalle associazioni ambientaliste che contestano la narrazione surreale di una “natura green” dell’infrastruttura che avrebbe contribuito a giustificare il finanziamento. E poi le domande, ancora senza risposta, della Commissione Europea a Governo e Regione”.
Per gli ambientalisti c’è una sola soluzione percorribile: Non si tratta ora di discutere sul come fare quella che è stata chiamata la tratta D breve, dopo che lo si è fatto e si continua a farlo per la B2 e la C. Quello di Pedemontana è un progetto da cancellare ora e per sempre perché inutile, dispendioso, non risolutivo per il traffico e divoratore di aree libere e boscate. Tanto più grave perché interviene su un territorio con un consumo di suolo “insostenibile”, come certificato dall’ISPRA nei suoi ultimi rapporti. Monza e Brianza e la Lombardia sono rispettivamente la prima Provincia e la prima Regione in Italia per consumo di suolo. All’infrastruttura sono destinate ingentissime risorse che potrebbe essere dirottate verso altri obiettivi che cambierebbero il futuro della nostra Regione, come il trasporto pubblico, le infrastrutture ferroviarie per passeggeri e merci, la conversione dalle energie fossili a quelle rinnovabili, attraverso il fotovoltaico, una tutela forte dell’ambiente e del territorio”.
Pedemontana e diossina, gli ambientalisti: “Imposto al territorio sviluppo anacronistico”
Marzo 11, 2024