A spingere al ribasso l’inflazione è l’inversione di rotta dei prezzi delle verdure fresche che calano dello 0,9% ma a contribuire positivamente e anche la frutta che aumenta meno della metà dell’inflazione (+4,8%). E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat sui prezzi al consumo che a gennaio 2023 fanno registrare una frenata.
Una situazione che evidenzia le difficoltà delle aziende agricole costrette a fare i conti – sottolinea la Coldiretti – con compensi in calo e alle prese con i problemi causati alle produzioni dalla siccità e dagli sbalzi termici estremi legati ai cambiamenti climatici.
Ai danni alle colture si sommano poi gli aumenti dei costi, a partire dal riscaldamento delle serre, ma anche dei carburanti, dell’energia, i fitofarmaci e i fertilizzanti, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste, alla carta per bollini ed etichette fino al legno o al cartone ondulato per le cassette.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che – conclude Coldiretti – non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.