L’ultimo report dell’Istat attesta come il 29,4% delle famiglie non si fidi a bere l’acqua del rubinetto, con punte del 61,7% in Sicilia, 51,1% in Calabria e 48,6% in Sardegna. Un sentimento che modifica profondamente le abitudini dei cittadini, spingendoli a consumare sempre più acqua minerale in bottiglia, al punto che nel 2022 i consumi di acque minerali in Italia hanno raggiunto quota 14,9 miliardi di litri con un aumento del 9% sul 2021 e una media pro-capite pari a 252 litri. Lo afferma Assoutenti, che in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua lancia l’allarme sull’aumento dei prezzi delle acque minerali.
L’acqua minerale è uno dei beni alimentari che nell’ultimo anno ha subito i maggiori incrementi dei listini – spiega Assoutenti – In base all’ultimo dato Istat sull’inflazione, un litro di acqua costa oggi in media il 15% in più rispetto allo scorso anno. Prezzi schizzati alle stelle anche per effetto dei maggiori consumi da parte degli italiani, ma che appaiono estremamente diversificati sul territorio.
Una confezione da 6 bottiglie da 1,5 litri costa in media in Italia 2,28 euro (0,38 euro a bottiglia) – analizza Assoutenti – La città dove l’acqua minerale costa di più è Bolzano, 3,09 euro a confezione (0,51 euro a bottiglia). Seguono Trento (3,02 euro) e Gorizia (2,88 euro).
Al contrario Napoli è la provincia più economica (1,56 euro, pari a 0,26 euro a bottiglia), seguita da Bari (1,76 euro) e Catanzaro (1,77 euro). In sostanza a Bolzano l’acqua minerale costa quasi il doppio rispetto a Napoli, +98% – aggiunge l’associazione.
“Gli italiani pagano a caro prezzo i problemi della rete idrica e la pessima gestione dell’acqua nel nostro paese, e subiscono rincari dei prezzi astronomici se decidono di optare per le acque minerali – denuncia il presidente Furio Truzzi – Per questo vediamo con favore la nascita di un Commissario straordinario, a cui chiediamo di indagare da subito sul business delle acque in bottiglie che garantisce enormi profitti ai privati a fronte di canoni irrisori pagati allo Stato, e di puntare il faro sui piani di emergenza idrica che rappresentano un obbligo di legge in capo alle ATO e ai gestori del servizio idrico” – conclude il presidente di Assoutenti.