Caro prezzi, inflazione e progressivo aumento dei costi produttivi hanno inciso sulla filiera, con una riduzione della domanda e una contrazione dei margini delle aziende certificate. Il neo presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, Mario Francesco Moro: “L’inflazione ha spinto molti consumatori verso prodotti di fascia di prezzo più bassa, ma a volte spendere qualcosa di più per un prodotto di qualità può diventare un buon investimento in termini di praticità di utilizzo e di salute. La bresaola è tra i salumi più salutari, fonte di proteine nobili importanti per l’organismo”
In un anno, si sono prodotti 1 milione di chilogrammi in meno di Bresaola della Valtellina IGP. Il comparto, già messo a dura prova dall’aumento dei prezzi della materia prima, ha dovuto fronteggiare gli effetti perduranti della pandemia, il caro energetico e le ricadute sempre più gravose della crisi russo-ucraina a cui si aggiunge anche l’inflazione, che sta spingendo i consumatori verso prodotti più accessibili dal punto di vista economico.
Nel 2022, la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP riferita alle 16 aziende certificate si è attestata a 12.300 tonnellate (-8,2% sul 2021), costituendo la totalità della produzione di Bresaola della Valtellina IGP certificata dall’Organismo di controllo CSQA. In totale, sono state avviate alla produzione poco meno di 35 mila tonnellate di materia prima (-7,8%), di selezionata provenienza europea e mondiale.
Sul fronte valore al consumo, il comparto ha segnato un valore di 492 milioni di euro (+0,6% sul 2021) con un impatto sulla provincia di Sondrio di 246 milioni di euro (+2%). La tenuta sul fronte del fatturato alla produzione ha permesso anche una tenuta sul fronte dell’occupazione, visto che il settore, rappresentato nel 2022 da 16 aziende certificate, assicura circa 1400 posti di lavoro e fa parte di un distretto importante per l’economia del territorio, il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%). Lato distribuzione, la GDO si conferma il principale canale di vendita (80% della produzione totale).
L’export rappresenta il 5% della produzione (in linea con il 2021), con un valore di 13,5 milioni di euro (-5,16%). Sono state esportate 615 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP (-9,47% sul 2021), nei Paesi UE (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Rep Ceca, Romania, Slovenia, Olanda e Paesi Bassi, Svezia, Spagna, Ungheria) ed extra UE (Antille olandesi, Arabia Saudita, Canada, Emirati Arabi, Giordania, Gran Bretagna, Kuwait, Libano, Qatar, Serbia, Svizzera, Città del Vaticano).
Commenta i risultati il nuovo presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, Mario Francesco Moro (Bresaole Del Zoppo srl), che raccoglie il testimone di Franco Moro e rimarrà in carica per il prossimo triennio: “Viviamo una difficile congiuntura con un 2022 che ha visto un calo significativo della produzione, oltre l’8%, e una forte tensione sul fronte dei prezzi. A partire dalla seconda metà 2022 si è riscontrata una progressiva riduzione della domanda di bresaola e in particolare di quella certificata IGP che, già a posizionamento premium, ha registrato un calo deciso come conseguenza di uno spostamento del consumatore su salumi sostitutivi di minor fascia di prezzo. Sono cambiate abitudini di consumo e comportamenti d’acquisto in risposta alle sopravvenute esigenze di spesa di una larga fascia di consumatori, su cui questa emergenza ha impattato a livello economico e di reddito in modo significativo. Quest’anno lavoreremo – soprattutto in comunicazione – per fare presente che, a volte, spendere qualcosa di più per un prodotto di qualità può diventare un buon investimento in termini di praticità, di utilizzo e di salute. La bresaola resta infatti uno dei salumi più salutari, fonte di proteine nobili importanti per l’organismo, ma non solo (pratico, versatile, con zero scarti, ricco in vitamine e sali minerali)”.