In vista della Festa del lavoro, alcune evidenze statistiche sottolineano la ripresa del mercato del lavoro. Come evidenziato nell’analisi dell’Ufficio Studi pubblicata questa settimana da IlSussidiario.net a febbraio 2023 si consolida l’aumento degli occupati (+352mila in 12 mesi) sostenuto dalla componente del lavoro dipendente permanente (+515mila). Al centro di questa ripresa si collocano le micro e piccole imprese (MPI), un segmento a cui si riferisce meno della metà (48,9%) dei dipendenti ma che determina i due terzi (65,9%) delle entrate di lavoratori previste nel trimestre aprile-giugno 2023.
Vi è un sensibile ritardo nel recupero del lavoro indipendente, il segmento che ha maggiormente sofferta nella pandemia, che a febbraio 2023 registra 195 mila occupati in meno (-3,8%) rispetto a febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia.
L’analisi territoriale – L’evoluzione dell’occupazione totale e di quella indipendente è esaminata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia nel 24° report ‘Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze’, presentato nei giorni scorsi .
Un’ulteriore evidenza in chiave territoriale delinea nel 2022 il completo recupero del tasso di occupazione pre pandemia in media nazionale, fenomeno diffuso in 18 regioni, 72 province e in 6 dei 13 grandi comuni.
Tra le regioni, valutando il livello del tasso di occupazione nel 2022 e la sua evoluzione rispetto all’anno pre pandemia, dietro a Trentino Alto-Adige (71,8%), si colloca la Valle d’Aosta (69,8%) che sale di 2 posizioni rispetto al 2019 e l’Emilia Romagna (69,7%), che perde una posizione; la Toscana con un tasso del 68,6% sale al 4° posto, guadagnando 2 posizioni.
Si osservano recuperi rispetto al livello del 2019 più marcati, e superiori alla media nazionale di +1,1 punti, per Puglia con +3,1 punti, Basilicata con +2,4 punti, Campania con +2,0 punti, Marche e Friuli-Venezia Giulia con +1,9 punti, Toscana con +1,8 punti, Calabria con +1,6%, Valle d’Aosta con +1,5 punti e Sicilia con +1,4% e Sardegna con +1,2 punti.
Tra le province, dietro a Bolzano che presenta un rapporto tra occupati e popolazione 15-64 anni del 74,1%, si posiziona Firenze che sale al 2° posto con il 71,9%, superando Bologna che con 71,6% scende al 3° posto. Balza al 4° posto Parma, scalando 12 posizioni (era 16° nel 2019) mentre al 5° troviamo Modena (era 9° nel 2019) e al 6° Cuneo (era 12° nel 2019).
Una più ampia differenza tra le quota di occupati sulla popolazione del 2022 rispetto a quella del 2019 si registra per Frosinone che recupera 8,0 punti del tasso di occupazione, Benevento con +7,8 punti, Brindisi con +6,7 punti, Enna, Lecce e Lucca con +5,6 punti, Vibo Valentia con +5,4 punti, Barletta-Andria-Trani con +4,1 punti, Viterbo con +3,9 punti, Pesaro e Urbino, Genova, Foggia con +3,8 punti, Messina con +3,7 punti, Ascoli Piceno con +3,6 punti e Udine con +3,5 punti.
Nel complesso di 13 grandi comuni, rappresentativi del 16,0% dell’occupazione nazionale, i tassi di occupazione più elevati si osservano per Bologna con 73,0% che nel 2022 supera Milano (72,4%); seguono Firenze con 71,9%, Verona con 70,7% e Venezia con 70,6%.
Nel complesso, anche i 13 grandi comuni registrano un recupero (+0,4 punti) del livello pre crisi del tasso di occupazione. Il differenziale del tasso tra 2022 e 2019 è più ampio per Messina con +4,7 punti, Venezia con +3,3 punti, Genova con +3,1 punti, Palermo con +2,0 punti, Bari con +1,4 punti e Napoli con +0,3 punti.
La serie del tasso di occupazione 2019-2022 per regione, provincia e 13 grandi comuni nell’Appendice statistica ‘Tasso di occupazione tra 2019 e 2022’ che integra i dati del mercato del lavoro del 24° report e della relativa Appendice statistica.