VIMERCATE – “Cinquant’anni di professionalità, passione e orgoglio italiano! Cinquant’anni di Ca’ San Marco”. Questo lo striscione che svettava sabato pomeriggio al ristorante Sant’Eurstorgio di Arcore dove sono iniziati i festeggiamenti per il mezzo secolo di attività del prestigioso allevamento di pastori tedeschi che in questi decenni ha presentato numerosi campioni a livello mondiale.
Riconoscimenti in Italia e nel mondo, grande stima e ammirazione dagli addetti ai lavori tanto che la delegazione brianzola della Sas (Società amatori Schaferhunder) sabato ha consegnato ad Anna Dolci, cofondatrice del prestigioso allevamento insieme al marito Franco, una targa che sintetizza perfettamente quanto fatto in questi cinque decenni da questa eccellenza italiana: “Nella vita non contano i passi che fai, ma le impronte che lasci. A Franco e Anna Dolci maestri di vita follemente innamorati del pastore tedesco”.
Amore profondo, rispetto e venerazione per questa spettacolare razza canina: non sono esagerazioni quando si parla di Ca’ San Marco e del connubio personale e professionale di Anna e Franco, il cui testimone è stato adesso preso e portato avanti con immutata passione ed entusiasmo dal figlio Giorgio.
Erano tanto gli amici e amanti del pastore tedesco che sabato hanno partecipato a questa festa. Un’occasione per ricordare gli esordi, poi la lunga tradizione nella storica sede di Velasca di Vimercate e adesso il nuovo allevamento di Vimercate. Sempre al passo con i tempi, sempre con l’immutata passione per quello che, a detta di molti, è il cane per antonomasia.
Un lavoro non certo semplice quello svolto in questi cinquant’anni da Anna e Franco. Una totale dedizione per il pastore tedesco, che Franco è riuscito a trasmettere alla moglie prima e ai figli dopo. Perché Franco l’amore per i cani l’ha sempre avuto lui che, fin da bambino, aveva in cascina alcuni meticci. Poi il primo incontro con un cucciolo di pastore tedesco e a quel punto è stato amore a prima vista. Il primo pastore tedesco nel 1965: Rolf acquistato alla cifra (allora astronomica) di 25mila lire. Poi la folgorazione: il pastore tedesco non era solo una passione, era la sua vita e con grande umiltà, dedizioni e tanti sacrifici Franco Dolci entrò nel mondo della cinofilia in modo sempre più professionale avvicinandosi al signor Fenili, all’epoca uno dei maggiori allevatori di pastori tedeschi dove prese la sua prima femmina. Poi il grande passo dell’iscrizione all’Enci, l’Ente nazionale della cinofilia italiana.
Il resto è cronaca di questi anni: campionati, trofei, vittorie, grandi riconoscimenti in Italia e nel mondo anche da quei tedeschi padri di questo bellissimo cane. Quel cucciolo con le zampe grosse, come all’inizio Franco ricordava il pastore tedesco incrociato per la prima volta tra le braccia di un ragazzino, sono diventati la vita, l’orgoglio e l’amore della famiglia Dolci.
Non è un lavoro facile: lo sanno bene non solo coloro che frequentano la casa e l’allevamento, ma tutti coloro che hanno un cane. Non esistono feste, giorni di riposo. “Quando prendi un pastore tedesco, o più in generale un cane la tua vita cambia radicalmente – ricorda Anna Dolci – E’ soprattutto il cane a darti molto, e tu neanche te ne accorgi”.
I tanti amici, clienti e appassionati che non sono voluti mancare a questo primo appuntamento per i festeggiamenti del glorioso allevamento made in Brianza sono la dimostrazione. Un via vai di amanti del pastore tedesco che con Anna e con Giorgio hanno ricordato i primi cani, i campionati, le vittorie, ma anche i pianti quando il cane moriva, le telefonate a tutte le ore del giorno e della notte per ricevere consigli e l’orgoglio di tornare in allevamento da Anna e Franco a mostrare quanto era diventato bello e grande il loro pastore tedesco.
“Allevare Pastori Tedeschi non è un lavoro come un altro… La dedizione nei loro confronti è totale, dal mattino fino alla sera ci si occupa di loro, della loro salute e della loro forma fisica. La riproduzione è “studiata” selezionando con cura le fattrici e gli stalloni dei futuri cuccioli tra i campioni Mondiali ed Internazionali. Si percorrono varie migliaia di Km in tutta Europa, questo per poter valorizzare i nostri soggetti nelle mostre cinofile. Fare l’allevatore è un lavoro molto duro, intenso, fatto di grandi rinunce e di tante notti insonni nell’assistere le nascite dei cuccioli e le rispettive madri. Ma è anche un lavoro fatto di grandi soddisfazioni, dove la passione la fa da padrone essendo questo il minimo comun denominatore per poter andare avanti in questo splendido lavoro”. Così spiegano Anna, Franco e Giorgio Dolci il lavoro dell’allevatore. Un lavoro passato da padre in figlio con immutata dedizione e rispetto.
Barbara Apicella