I dati preliminari dell’Istat indicano che anche ad aprile 2023, così come a marzo, l’occupazione continua a crescere (+0,2%, pari a +48mila unità). All’aumento degli occupati si associa la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. L’occupazione aumenta per donne, dipendenti permanenti, autonomi, giovani e per chi ha almeno 50 anni; cala tra i dipendenti a termine e gli individui di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Il tasso di occupazione sale al 61,0% . Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a marzo 2023, diminuisce (-0,7%, pari a -14mila unità) tra le donne, i giovani e i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti), quello giovanile al 20,4% (-1,4 punti). Confrontando il trimestre febbraio 2023-aprile 2023 con quello precedente (novembre 2022-gennaio 2023), si registra un incremento del numero di occupati (+0,5%, pari a +123mila unità).
Commentando i dati preliminari dell’Istat, l’Ufficio Studi ha sottolineato che “anche il mercato del lavoro di aprile aggiunge un tassello alla costruzione del profilo di crescita dell’economia italiana nel secondo quarto dell’anno in corso. Nonostante qualche inciampo sulla produzione industriale e una dinamica non brillante dei consumi, si può cominciare a immaginare di superare senza troppe difficoltà l’1% del PIL nella media del 2023”. Secondo l’Ufficio Studi, “dalla fine della fase più critica della pandemia, il mercato del lavoro, in linea con una ripresa economica d’intensità imprevedibile e imprevista, ha mostrato costanti miglioramenti. Nel confronto con dicembre del 2019 queste tendenze si sono tradotte in un aumento degli occupati pari a 399mila unità ed in una riduzione dei disoccupati e degli inattivi pari rispettivamente a 488mila e 573mila unità. Tendenze che hanno interessato sia la componente maschile che femminile. In questo contesto, sostanzialmente positivo, segnali di moderata preoccupazione emergono dal lato della componente autonoma dell’occupazione. I piccoli segnali positivi registrati negli ultimi mesi non attenuano le difficoltà di questo segmento dell’occupazione che, sempre nel confronto con dicembre 2019, si è ridotto di 173mila unità e non sembra aver ancora intrapreso in modo strutturale la via del recupero”.