LISSONE – Cinque mesi in giro per gli States, muovendosi sul loro amato “Ronzinante” che a trenta giorni dalla fine del viaggio li ha lasciati a piedi. Lì, nel cuore del Nevada, in mezzo al nulla. Un viaggio che certamente non dimenticheranno, una preziosa eredità quella che Andrea Arquà e la compagna Michela hanno lasciato ai loro figli Daniel e Noha. E anche alla loro cagnolona Maya, educata al seguito in aereo prima e su “Ronzinante” poi.
Un’avventura che il 42enne milanese di nascita, ma brianzolo d’adozione, aveva studiato nei minimi particolari: un viaggio unico, sei mesi (dall’inizio di marzo alla fine di agosto) negli Usa, a bordo del loro furgone Volkswagen T3 Vestfalia del 1981. Pochissimi metri quadrati di spazio che per cinque mesi si sono trasformati nella casa della famiglia Arquà che ha viaggiato da New York lungo il perimetro americano da Est ad Ovest.
Poi, però, a un mese dalla fine dell’avventura il motore del loro “Ronzinante” li ha abbandonati: troppo costoso sostituirlo, non c’era nessun’altra soluzione se non quella di concludere il soggiorno a stelle e strisce, imbarcare “Ronzinante” e salutare gli Stati Uniti. E a due mesi dal ritorno a casa la voglia di ripartire è già tanta, ma anche quella di raccontarci un’esperienza davvero unica.
“Prima di partire ci siamo promessi che saremmo rimasti uniti, comunque – spiega Andrea – Un’autentica dichiarazione d’amore: questo viaggio ci ha messo alla prova, ma ci ha uniti ancora di più. Non sono mancati momenti di difficoltà, delusioni, ma anche gioie: ogni problema lo abbiamo affrontato e risolto insieme, come fa una famiglia”.
Perché lo scopo di questo avventuroso viaggio a stelle e strisce non era solo quello di andare alla scoperta di una nazione. “Il nostro desiderio di genitori era ed è quello di regalare ai nostri figli esperienze che conserveranno negli anni nel loro cuore e nella loro mente – continua – Conoscere luoghi, persone, culture e tradizioni diverse sempre con gli occhi e con il cuore aperti e curiosi”.
Ad Andrea si illumina quando racconta quei mesi negli Stati Uniti. “Abbiamo conosciuto persone straordinarie – continua – Quando il nostro “Ronzinante” ha smesso di funzionare siamo stati ospitati per quindici giorni da una famiglia di Los Angeles che avevamo conosciuto da poco. Ci hanno aperto le porte della loro casa, per noi è stato un bellissimo gesto. Abbiamo cercato di sdebitarci facendo la spesa e mettendoci tutti i giorni ai fornelli”.
La loro avventura, così lunga e a bordo di un furgone un po’ datato ma perfettamente funzionante, aveva sollevato qualche critica. In molti si domandavano come una normalissima famiglia avrebbe potuto permettersi una vacanza così lunga, in un Paese così lontano e certamente non a buon mercato. Ma Andrea era stato chiaro a febbraio quando ci raccontò il viaggio in anteprima: niente fast food, niente ristoranti, niente alberghi di lusso o normalissimi hotel. Solo loro, a bordo di “Ronzinante”, alla scoperta degli Stati Uniti facendo la spesa (vegana) nei supermercati, facendo il bucato nelle lavanderie a gettoni e come una normalissima famiglia ammirando e scoprendo la bellezza di un Paese che lascia a bocca aperta.
“Niente televisione ma siamo ugualmente sopravvissuti – ha continuato Andrea – Non ci mancava nulla della nostra vita in Italia. Eravamo in una dimensione di costante evoluzione. Abbiamo imparato a vivere il presente, a rallentare i tempi, a rivalutare piccole cose con la volontà di proseguire in questo modo anche adesso che siamo tornati a casa”.
In questi cinque mesi Andrea, Michela, Daniel e Noha hanno vissuto un’avventura unica e straordinaria. “Non siamo persone lontane dal mondo – precisa – Non siamo asceti che vivono fuori dalla realtà: siamo persone normalissime che abbiamo deciso di regalare ai nostri figli tempo ed esperienza, di mostrargli una cultura e un mondo diversi dal nostro”.
La loro scelta, sui social, non era piaciuta a tutti: qualcuno voleva fare i conti in tasca etichettando la loro iniziativa solo a portata di ricchi. “Siamo due normalissimi genitori che lavorano – prosegue – Abbiamo abbracciato una sorta di minimalismo: non siamo contro lo shopping, tutt’altro, ma acquistiamo e insegniamo ai nostri figli ad acquistare solo quello che davvero ci serve”. Nella certezza che ciascuno spende il proprio denaro come ritiene più opportuno.
In America non gli è mancato nulla: hanno viaggiato, visto luoghi nuovi, ammirato città e piccoli paesi, hanno fatto surf, tavola sempre imbandita con frutta, verdura e altre pietanze della dieta vegana, doccia nei campeggi e nelle aree attrezzate e bucato nelle lavanderie a gettoni divertendosi con i bambini che riempivano il cestello.
Cinque mesi dove non era semplice ritagliarsi un momento di tranquillità: lo spazio di “Ronzinante” soprattutto quando c’era brutto tempo era davvero limitato. Quasi claustrofobico, ma Andrea e Michela sono riusciti a trasformare anche quelle giornate al chiuso in momenti indimenticabili colorando e disegnando con i bimbi, ridendo, giocando.
“La famiglia per me è fondamentale – ribadisce Andrea- I figli sono un grande dono e non posso immaginare di averli messi al mondo e di non poter condividere il tempo con loro. Ho scelto un lavoro e uno stile di vita che se da una parte magari mi obbliga a rinunciare a qualche cosa, dall’altra mi permette di stare più tempo con i miei bambini, giocare con loro, vederli crescere senza dovermi affidare a una baby sitter”. Una filosofia che Andrea e Michela declinano anche nell’esperienza del viaggio.
Il rientro a casa è stato traumatico. “Ci sembrava di essere arrivati in una reggia – conclude – I bambini erano stupiti dall’acqua che normalmente usciva dal rubinetto, imparando a non sprecarla”.
Andrea e Michela adesso sono di nuovo catapultati nella normalità: lavoro, spesa, scuola, impegni sportivi di Daniel e Noha, scadenze da pagare. Ma sono anche consapevoli che, in fondo, siamo noi che decidiamo che rotta dare alla nostra vita. “Come si diceva nel film “La fine è il mio inizio” sei tu che puoi scegliere se andare in pizzeria o se portare il bambino a vedere le lucciole”, ci ricorda Andrea prima di salutarci per iniziare il turno di lavoro.
Andrea e Michela la loro scelta l’hanno fatta: Daniel, Noha (e anche Maya) ringraziano.
Tutti i dettagli del viaggio sul sito www.vanfamilyontheroad.com
Barbara Apicella
2 Comments
Grazie Barbara per il tuo articolo sul nostro amico Andrea a cui penso ancora come il ragazzino che giocava con te e le mie figlie ai giardinetti.Una malinconica nostalgia del tempo passato…Ti abbraccio
Meravigliosi…. Occorre coraggio e vivo desiderio di umanità … sete di avventura… grandiosi!!!