I dati diffusi dall’Istat relativamente al commercio ad aprile 2023 sono lo specchio di quanto sta avvenendo nel nostro Paese sul fronte degli acquisti e delle rinunce delle famiglie.
Le vendite al dettaglio in termini tendenziali registrano un aumento del 3,2% in valore, ma un calo del 4,8% in volume. Questo testimonia in pieno quanto la crescita generalizzata dei prezzi, che ha riguardato principalmente settori quali quello energetico e quello alimentare, ha inciso sui comportamenti di acquisto dei cittadini, costretti, pur spendendo di più, a consumare meno in termini di volume.
Secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini, da oltre un anno a questa parte, sono costretti a mettere in atto importanti rinunce e sacrifici:
continuando a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati);
ricercando sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini);
effettuando acquisti presso i discount (+11,9%);
scegliendo solo prodotti ortofrutticoli di stagione, eliminando golosità e piccole eccezioni che prima si concedevano.
Allo stesso tempo preoccupa la crescita di alcuni consumi “consolatori”, dettati proprio dalle rinunce e dalla ricerca effimera e illusoria di voglia di rivalsa. Il primo tra questi e sicuramente il più allarmante, è il gioco: la spesa degli italiani per tale voce è stata nel 2022 di 19,6 miliardi di euro, in crescita del 28% rispetto al 2021 (15,4 miliardi di euro). Una tendenza a cui contribuisce anche la sempre maggiore diffusione di piattaforme di gioco online.
Questi elementi non fanno altro che accrescere la preoccupazione circa le condizioni delle famiglie: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti l’emergenza del caro-vita con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie. Il taglio del cuneo fiscale è un passo importante in questa direzione, ma è necessario renderlo strutturale.
Inoltre, è indispensabile adottare sistemi di monitoraggio e sanzione sempre più severi. Sono molte, troppe, le aziende che hanno ricavato margini enormi, eccessivi, dai recenti rincari e che ora stentano a ridurre in maniera adeguata e consona i prezzi. È giunto il momento di riequilibrare tale situazione a favore delle famiglie, adottando tutte le misure atte ad arginare i fenomeni speculativi.
Dall’altro lato è ormai improrogabile un intervento determinato sul fonte della tassazione: combattendo l’evasione e aumentando la tassazione sugli extraprofitti (non solo in campo energetico) e sulle rendite finanziarie.