Il secondo trimestre del 2023 evidenzia spiccati segnali di rallentamento dell’attività. La fragilità dell’economia era emersa con chiarezza già nei dati della Congiuntura Confcommercio di maggio ma i dati raccolti a giugno indicano che solo il mercato del lavoro sembra “conservare” una certa vivacità. “Le criticità che investono alcune grandi economie europee e le difficoltà nel riportare l’inflazione su valori più prossimi agli obiettivi di politica monetaria – ha sottolineato l’Ufficio Studi – stanno inducendo una minore dinamicità della nostra economia. Gli indicatori che lo testimoniano vanno dal progressivo rallentamento dell’attività industriale (quattro mesi consecutivi in riduzione congiunturale) all’emergere di un’evoluzione meno favorevole della domanda per consumi fino al rallentamento nel recupero delle presenze turistiche, sia di italiani sia di stranieri (-2% circa rispetto al 2019 nei primi quattro mesi del 2023)”.
Gli indicatori sul sentiment di famiglie e imprese mostrano qualche cedimento nel mese di maggio, a conferma che il rallentamento potrebbe protrarsi anche nei prossimi mesi.
Anche a giugno, in linea con quanto registrato nel bimestre precedente, la nostra economia dovrebbe aver mostrato una tendenza al rallentamento. Su questo andamento hanno pesato sia le difficoltà dell’industria sia la minor dinamicità dei servizi. Secondo le nostre stime, nel mese in corso il PIL è atteso registrare, nel confronto con maggio, una diminuzione dello 0,1%. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in una crescita dell’1,3%. Nel complesso del secondo trimestre si stima una crescita dello 0,2% in termini congiunturali, conseguenza della positiva eredità lasciata dal primo trimestre, e dell’1,1% nel confronto con lo stesso periodo del 2022.
A maggio 2023 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato una riduzione dello 0,2% sullo stesso mese del 2022, confermando il trend negativo già emerso ad aprile (la stima è stata rivista al ribasso in conseguenza di una dinamica più sfavorevole del previsto dell’indice delle vendite al dettaglio). La valutazione dell’ultimo mese è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+2,6%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,2%). Il percorso di recupero della domanda comincia a mostrare segnali di difficoltà, con sensibili rallentamenti anche nelle dinamiche di quelle voci legate al tempo libero che avevano guidato la ripresa nell’ultimo biennio.
Anche a maggio 2023 le componenti più dinamiche della domanda sono state quelle relative ai servizi, che nel complesso evidenziano un incremento del 2,6% nel confronto con lo stesso mese del 2022. Relativamente ai consumi di beni si rileva una riduzione dello 0,2% nel confronto annuo. Il settore dell’automotive consolida la tendenza al recupero con una variazione tendenziale dell’11,5%. Continua la fase di netta riduzione della domanda per l’energia elettrica (-3,6%), gli alimentari (-4,3%), e l’abbigliamento e le calzature (-2%).
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di giugno un incremento dello 0,4% in termini congiunturali e una crescita del 6,8% su base annua. La minor dinamicità dell’inflazione di fondo consolida le attese di una parte finale del 2023 più favorevole, anche se permangono incertezze sull’orizzonte temporale entro il quale la variazione dei prezzi al consumo risulterà coerente con gli obiettivi delle autorità di politica monetaria.