Buoni risultati a maggio per il mercato del lavoro, con la disoccupazione in discesa e l’occupazione in salita.
Cominciando dalla prima, la stima provvisoria diffusa dall’Istat indica che il tasso totale scende al 7,6% (-0,1 punti), mentre quello giovanile sale al 21,7% (+0,9 punti). Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (in totale -1,7% rispetto ad aprile) tra gli uomini, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni. Sostanzialmente stabile il numero di inattivi, per effetto sintesi di una diminuzione tra gli uomini e i 25-34enni e di un aumento tra le donne e tra chi ha almeno 35 anni. Il tasso di inattività rimane invariato al 33,7%.Rispetto a maggio 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-4,8%, pari a -98mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,7%, pari a -351mila).
Quanto agli occupati , il numero sale a 23milioni 471mila (+21 mila unità rispetto al mese precedente), l’l’1,7% in più (pari a 383mila unità) su base annua. Il tasso di occupazione sale al 61,2% (+0,1 punti). La crescita è tra gli uomini, gli autonomi, i 25-34enni e tra chi ha almeno 50 anni. In calo, invece, tra le donne, i dipendenti a termine, tra i più giovani (15-24 anni) e i 35-49enni.
“Anche a maggio il mercato del lavoro – commenta l’ufficio studi di Confcommercio – contribuisce più che positivamente alla costruzione del profilo di crescita dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno in corso: con quasi 23 milioni e 500mila occupati viene toccato il record assoluto dal 2004. A fronte delle difficoltà dei comparti manifatturieri (produzione industriale a -1,3% congiunturale nel trimestre febbraio-aprile), il settore dei servizi si conferma trainante per produzione e occupazione. Dalla fine della fase più critica della pandemia, il mercato del lavoro continua a mostrare costanti miglioramenti. Nel confronto con dicembre del 2019 queste tendenze si sono tradotte in un aumento degli occupati pari a 424mila unità ed in una riduzione dei disoccupati e degli inattivi pari rispettivamente a 540mila e 567mila unità. Tendenze che hanno interessato sia la componente maschile che femminile. In questo contesto, sostanzialmente positivo, permane qualche preoccupazione relativa alle dinamiche della componente autonoma dell’occupazione. Anche a maggio è proseguita la crescita di questa posizione professionale sia in termini congiunturali, sia in termini tendenziali, sebbene il confronto con dicembre 2019 evidenzi ancora una flessione di 132mila unità che, pur migliorando il dato di aprile, non appare ancora sintomo di un avvio strutturale di un percorso di pieno recupero delle posizioni pre pandemia”.