Nell’ultimo anno i voli cancellati all’ultimo momento dalle compagnie aree, in particolare quelle “low cost”, sono aumentati notevolmente, creando forti disagi sia ai viaggiatori che agli operatori del turismo organizzato. Questo è quanto è emerso da un’indagine presentata nel corso dell’assemblea nazionale di Fto, la Federazione Turismo Organizzato aderente a Confcommercio, che si è tenuta il 13 luglio scorso a Milano, nella sede della Fondazione Luigi Rovati.
Secondo i dati della ricerca, il 76,3% degli intervistati ha registrato disagi ai clienti per voli partiti in forte ritardo negli ultimi 12 mesi. Per il 72,3% dei viaggiatori la colpa non è del tour operator dal momento che il volo cancellato faceva parte di un pacchetto. Però solo nel 30,5% dei casi le compagnie, in caso di cancellazione, hanno offerto riprotezione su altri vettori. Rispetto al comportamento della compagnia aerea in caso di disservizio, i due terzi delle imprese turistiche hanno segnalato che il vettore ha lasciato al cliente o all’agenzia l’onere della riprotezione.
Il 42,7% ha invece riferito che la compagnia non ha offerto la scelta tra rimborso o riprotezione per il volo cancellato. Nel 18,3% dei casi, la compagnia aerea ha addirittura rifiutato di rimborsare i costi di trasferimento da e per l’aeroporto nei casi in cui il cliente ha acquistato a proprie spese un pernottamento. Il 36,6% delle agenzie ha quindi poi fatto ricorso a un legale per far valere i diritti dei passeggeri o recuperare le somme anticipate. Le compagnie che hanno dato più problemi agli operatori associati a Fto sono state: Ryanair (per il 68,3% del campione), Easyjet (40,2%) e WizzAir (34,1%). Una situazione che è sfuggita di mano soprattutto dopo la pandemia per la quasi totalità degli operatori (92,7%).
“In un momento così delicato eppure così carico di aspettative – ha rilevato il presidente Franco Gattinoni – ci ritroviamo oggi per fare il punto su ciò che siamo diventati e cioè un interlocutore ascoltato da tutti gli stakeholder del settore e a tutti i tavoli in cui si fanno scelte che riguardano il turismo. Ecco perché chiediamo che in particolare il turismo organizzato riceva sempre la giusta considerazione: non possiamo quindi accettare il perpetuarsi del comportamento delle compagnie aeree, soprattutto delle low cost, che non collaborano con il resto della filiera, tengono in ostaggio tratte o interi aeroporti cambiando di continuo e senza preavviso la programmazione dei voli, oltre a praticare dei prezzi ormai alle stelle, per cui non le chiamerei più ‘low cost’ ma solo ‘low service'”. La Federazione ha quindi dichiarato di essere pronta a sedersi ad un tavolo con le istituzioni e con tutti gli attori coinvolti “per ripensare la strategia complessiva di gestione del trasporto aereo”.
Fto sta inoltre lavorando anche al rinnovo del contratto di lavoro del settore “che andrebbe adeguato ai tempi, a cominciare da tutto ciò che lo smart working e la rivoluzione tecnologica comportano. Il turismo organizzato è comunque pronto a fare la sua parte, da protagonista, per il pieno rilancio dell’economia italiana”, ha concluso Gattinoni.