CATANIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno sottoposto a sequestro centinaia di profumi contraffatti, riportanti marchi e loghi di note case produttrici italiane ed europee, pronti per essere commercializzati da due cittadini italiani che, per tale motivo, sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per il concorso nei reati di contraffazione e ricettazione.
È il risultato di attività info-investigativa eseguita dai militari del I Gruppo di Catania che, attraverso specifici monitoraggi, tra cui i canali social, hanno focalizzato l’attenzione sugli articoli di profumeria maggiormente richiesti, individuando i due commercianti che proponevano la vendita di articoli da profumeria a prezzi sensibilmente inferiori a quelli di mercato.
Le successive attività investigative consentivano di riscontrare, presso i domicili dei responsabili, la detenzione di complessivi 350 profumi illegali, riportanti l’effige contraffatta di note marche famose quali Armani, Dior, Tom Ford, Bulgari, Gucci e Chanel, rivelatisi quindi non originali e potenzialmente dannosi per la salute.
Difatti, non di poco conto risultano gli effetti negativi sulla salute di tali prodotti chimicamente trattati, spesso causa di reazioni allergiche poiché realizzati in filiere non certificate, in contesti di totale sprezzo delle regole, senza alcuna garanzia circa la loro rispondenza agli standard di qualità e sicurezza, parametri cui, invece, rispondono i prodotti legali.
Oltretutto, l’immissione in commercio a prezzi altamente concorrenziali di tali prodotti, peraltro attualmente molto richiesti, arreca serio danno all’economia legale del settore, poiché sottrae opportunità di lecito guadagno e di lavoro alle imprese che rispettano le regole.
L’intervento si è, pertanto, concluso con il sequestro dei profumi contraffatti che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato circa 7.000 euro, nonché con la conseguente denuncia, a piede libero, dei responsabili per i reati di contraffazione e ricettazione, non avendo giustificato la provenienza dei falsi profumi