L’arrivo del maltempo al nord Italia con nubifragi, tempeste di vento e grandinate dopo il grande caldo va a concludere una estate segnata da una media di ben 22 eventi estremi al giorno lungo la Penisola. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) nel sottolineare che il 2023 si classifica fino ad ora in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,65 gradi la media storica secondo i dati Isac Cnr nel primi otto mesi dai quali emerge che l’anomalia climatica è stata di +0,88 gradi al nord.
L’ultima perturbazione – sottolinea la Coldiretti – ha colpito a macchia di leopardo con manifestazioni violente e forti temporali dopo un lungo periodo temperature record provocando, esondazioni, allagamenti e alberi abbattuti dalla Lombardia alla Romagna colpendo anche le zone interessate dall’alluvione a Forlì fino alla costa riminese dove è abbattuto un downburst.
Nelle zone interessate dal maltempo – continua la Coldiretti – sono in pieno svolgimento le raccolte, dalla vendemmia al mais fino al riso ma anche ortaggi e frutta come uva, mele, pere ed ancora pesche, albicocche e susine particolarmente sensibili alle manifestazioni violente che provocano danni irreversibili mandando in fumo un intero anno di lavoro.
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti come dimostra l’alluvione in Romagna.
Il 2023 – continua la Coldiretti – è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido con il mese di agosto che ha fatto segnare una temperatura superiore di 0,48 gradi la media storica.
Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.