Nella fase di ripresa del mercato del lavoro, al secondo trimestre 2023 l’occupazione non agricola, in media annuale, segna una crescita dell’1,8%, facendo meglio del +1,4% della media Ue a 27. In chiave settoriale la crescita è diffusa, con un aumento del +1,8% in manifattura e servizi e del +2,0% nelle costruzioni, mentre cala (-3,2%) l’agricoltura. Si evidenzia un ampio recupero dei livelli dell’occupazione pre pandemia anche se persiste il forte ritardo del lavoro indipendente che registra un livello inferiore del 4,9% a quello del 2019.
Le tendenze del mercato del lavoro, con un focus sulla Marche, sono contenute nel rapporto ‘Trend del lavoro nell’era delle transizioni’ predisposto dagli Uffici Studi di Confartigianato e di Confartigianato Marche e presentato lunedì scorso nel convegno “Il futuro del lavoro, imprese, competenze, valori” organizzato da Confartigianato Marche. Nelle conclusioni dei lavori il Segretario generale di Confartigianato Imprese Vincenzo Mamoli, ha sottolineato il ruolo chiave nel Paese svolto dalle piccole imprese nella fase delle transizioni – demografica, digitale e green – e caratterizzato dal contributo di imprenditorialità, competenze e valori. Qui il servizio del TGRMarche sul convegno.
Nonostante il rallentamento del ciclo economico e la stretta monetaria in corso, nella prospettiva autunnale tiene la domanda di lavoro delle imprese, con un aumento tendenziale dello 1,9% delle previsioni di assunzioni nel trimestre settembre-novembre 2023. La crescita delle assunzioni previste in autunno è trainata dalle micro e piccole imprese fino a 49 dipendenti: a fronte del 48,9% dei dipendenti in forza, le MPI determinano il 60,5% entrate di lavoratori previste nel trimestre autunnale.
Fattore critico è rappresentato dalla difficoltà di reperimento del personale che a settembre 2023 si attesta al 47,6% Italia, in salita di 4,3 punti rispetto al 43,3% di un anno prima. Le Marche sono la terza regione italiana per gravità del fenomeno, dietro a Friuli Venezia Giulia e Umbria. In forte crescita le imprese che registrano ricadute negative sull’attività a causa della scarsità di manodopera.