MONZA – Gli infermieri di Monza e della Brianza sono sul piede di guerra. Il NurSind – il maggiore sindacato degli infermieri – ha indetto a livello nazionale lo stato di agitazione.
Una mobilitazione che, se non si troverà presto un accordo con il Ministero del Lavoro, sfocerà nello sciopero generale. E a scendere in piazza saranno anche gli infermieri che lavorano negli ospedali brianzoli. All’origine della mobilitazione e della protesta le decisioni del Governo guidato da Giorgia Meloni in tema di pensioni. Il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto nella manovra avrà serie ripercussioni sugli infermieri che già da anni (ancora prima della pandemia) denunciano stipendi molto bassi. Una situazione che negli ultimi anni si è ulteriormente esasperata con gli stipendi degli infermieri italiani che sono i più bassi a livello europeo e con il problema della fuga di personale dalla sanità pubblica verso gli ospedali stranieri. Adesso l’ultima mazzata: la revisione delle pensioni che, detto in soldoni, vedrebbe un infermiere assunto nel 1992 perdere 6mila euro lordi all’anno di pensione.
“Lo spiraglio aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non basta a tranquillizzarci – dichiara Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind e componente della direzione nazionale del sindacato -. Sono cifre inaccettabili. Inoltre il cambio di regime previdenziale così improvviso non darebbe neppure il tempo di ragionare su una exit strategy”. Con il rischio, sempre più concreto, che ci sarà ben presto un fuggi fuggi con almeno 13 mila infermieri che andranno in prepensionamento, come riferisce la Fnopi.
“Creando così un ulteriore problema che ormai si trascina da anni – conclude Cosi -. La mancanza di infermieri nella sanità pubblica”. Una prima fuga dalle corsie c’era stato durante la pandemia, adesso con il rischio di vedersi tolti 6mila euro lordi all’anno in molti, probabilmente, decideranno di andare in pensione.
Il sindaco denuncia anche che nella Legge di bilancio sono state stanziate risorse insufficienti per il rinnovo del contratto. Così che il passo dallo stato di agitazione allo sciopero è sempre più vicino.