MONZA – “I dati dimostrano come negli anni il consumo di suolo sia andato in crescendo anziché diminuire così come la legge 31/2014 di Regione Lombardia prevedeva. Se l’obiettivo era quello di ridurre il consumo di suolo al 45% entro il 2025 con uno step intermedio del 25% entro il 2020, è invece evidente che, con oltre 14 mila ettari consumati in più, Regione Lombardia sia stata del tutto inefficace e il rapporto Ispra lo dimostra e lo certifica: Gli effetti sono sotto i nostri occhi anche in questi giorni: la concomitanza tra consumo di suolo ed effetti del cambiamento climatico ha messo in ginocchio parecchi comuni della Brianza oltre che di Milano”. A dirlo è Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd, a fronte dei dati Ispra aggiornati al 2022.
Numeri alla mano, dal 2006 al 2022 il consumo di suolo medio in Lombardia è incrementato del 5% con un consumo in ettari che da 275.653,99 è passato ai 289.370,49 del 2021 e ai 290.278 del 2022. In Brianza l’incremento è stato del 3,88% passando dal 39 al 42% di consumo medio. “Le responsabilità di tale incremento rispetto agli obiettivi che si era posta Regione – precisa Ponti – stanno nel fatto che, anziché creare aree verdi, si è continuato a costruire: per anni la legge è stata inutile. Infatti, il Piano Territoriale Regionale (PTR), ossia lo strumento di supporto all’attività di governance territoriale, è stato approvato solo nel 2018. L’aggiornamento tardivo, a cui si aggiunge il fatto che ancora ad oggi molti PGT comunali non siano aggiornati, è la principale causa di una significativa cementificazione che negli anni ha decretato il fallimento degli obiettivi della legge regionale”.
“Il fallimento della legge regionale – spiega Ponti – è l’effetto di precise scelte politiche. In tal senso, assieme al collega Matteo Piloni in qualità di primo firmatario, ho sottoscritto una proposta di legge (PDL 8 ndr) con la quale chiediamo a Regione di migliorare la governance territoriale, soprattutto in riferimento ai poli di logistiche, che sono la principale fonte di consumo di suolo, in mondo particolare nel Sud della Lombardia.”
Conclude Ponti: “Gli effetti del consumo di suolo si vedono nei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo e in modo particolare sul dissesto idrogeologico: l’impermeabilizzazione del suolo comporta infatti conseguenze molto pesanti sotto l’aspetto della sicurezza, in quanto viene meno la capacità drenante del terreno e quindi aumenta il rischio di esondazioni, frane e alluvioni.
Inoltre, il consumo di suolo riduce anche la capacità dell’ambiente di assorbire CO2 e quindi di contrastare l’effetto serra e di ridurre il riscaldamento globale con le conseguenze negative che ne derivano.
Regione agisca quindi in modo celere per potenziare i progetti dedicati alla rimozione di aree cementificate che non consentono il drenaggio del terreno, alle aree protette e all’attivazione di politiche che vadano verso il ripristino e la tutela della natura”.