VARESE – Nei giorni scorsi la Polizia di Stato di Varese – Divisione Anticrimine – ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal tribunale di Milano – sezione autonoma misure di prevenzione, su proposta formulata congiuntamente dal Questore e dal Procuratore della repubblica di Varese, nei confronti di un cittadino italo-svizzero, residente a Lugano, ritenuto responsabile di attività di produzione e spaccio di sostanza stupefacente.
L’uomo ha già riportato condanne definitive in Italia ed in Svizzera per reati di produzione e spaccio di stupefacenti. Fin da subito appariva chiaro che il tenore di vita dell’uomo e dei suoi genitori, agricoltori in pensione residenti nel luinese, fosse decisamente di alto livello, sebbene egli dichiarasse di essere totalmente privo di qualsiasi bene e/o utilità, sostenendo di aver sperperato, nel tempo, tutti i suoi averi.
La realtà che emergeva dall’analisi dei flussi era ben altra. La capillare analisi della fitta movimentazione dei rapporti finanziari consentiva di appurare che da decenni confluivano sui conti dei soggetti attenzionati ingenti somme di denaro contante, senza un giustificato motivo e sempre al di sotto della soglia minima di versamento di denaro liquido prevista dalla normativa vigente.
Appariva lampante la frenetica attività di gestione dei depositi da parte dei coniugi, molto abili a girocontare i contanti, versati con cadenza serrata su tutti i conti e libretti nominativi al fine di emettere assegni destinati all’acquisto di immobili.
I proventi illeciti derivavano in realtà dalla attività delittuosa di cui il figlio era il principale responsabile.
L’intero patrimonio, in attesa della quantificazione da parte dell’amministratore giudiziario, al momento ha una stima approssimativa di circa due milioni di euro.
Nel computo dei beni da sottoporre a sequestro sono inclusi 5 unità immobiliari, 8 terreni, 3 autovetture, 1 gommone con relativo carrello, un rimorchio e 29 rapporti finanziari.
Due dei conti correnti individuati ed uno degli immobili sono localizzati in spagna, in località Tenerife.
Grazie all’applicazione del regolamento UE n. 1805/2018, che prevede il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di sequestro e confisca all’interno dei paesi UE, è stato possibile congelare anche detti beni detenuti all’estero.
Come per i procedimenti penali, anche nel caso delle misure di prevenzione, si è in ogni caso in attesa delle valutazioni dell’autorità giudiziaria competente, che procederà nel rispetto dei diritti di difesa.