MILANO – In Lombardia saranno realizzati altri 11 Ospedali di Comunità per complessivi 220 posti letto. Andranno a potenziare la rete dei 63 Ospedali di Comunità già previsti dal Pnrr. Nello specifico 2 avranno sede nel territorio dell’Ats Città Metropolitana di Milano, 3 nell’area dell’Ats Insubria, 2 Ats Brianza, 3 Ats Brescia e 1 Ats Bergamo.
Lo prevede la delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, che riguarda l’organizzazione dei nuovi Ospedali di Comunità e i criteri di accreditamento, le modalità organizzative e di partecipazione alle assegnazioni dei contratti di gestione.
Le Ats dovranno pubblicare le manifestazioni d’interesse rivolte a soggetti pubblici dell’area ‘non intercompany’ (enti pubblici diversi da Asst, Irccs e Ats, ad esempio le Aziende per i Servizi alla Persona, i Comuni ecc) e privati per la gestione degli Ospedali.
“Si tratta di un atto importante – sottolinea Bertolaso – che si inserisce nel nostro progetto di rinnovamento della sanità territoriale. L’Ospedale di Comunità svolge una funzione intermedia tra la domiciliarità e il ricovero ospedaliero e contribuisce all’obiettivo della presa in carico sul territorio non solo del bisogno della persona in condizione di cronicità e fragilità ma anche della sua famiglia”.
“L’Ospedale di Comunità – spiega l’assessore – è una struttura di ricovero breve per i pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica per eventi acuti minori o per la riacutizzazione di patologie croniche. L’individuazione dei bisogni dei pazienti avverrà in sinergia con le strutture ospedaliere e con i Medici di Medicina Generale che rappresenteranno il concreto collegamento degli Ospedali di Comunità con i pazienti sul territorio. Alla buona riuscita di questa rete contribuiranno anche i gestori privati che vorranno partecipare alle manifestazioni di interesse indette dalle ATS”.
L’Ospedale di Comunità eroga ricoveri brevi con lo scopo di prevenire ricoveri inappropriati in degenze per acuti; stabilizzare e accompagnare il paziente verso il domicilio, o altre soluzioni di lungodegenza (RSA/RSD) al termine del ricovero in una degenza per acuti. E ancora aumentare la consapevolezza, nonché la capacità di auto-cura dei pazienti e del familiare o caregiver, attraverso la formazione e l’addestramento alla migliore gestione possibile delle nuove condizioni cliniche e terapeutiche.