MEDA – Nell’ambito della costante attività di contrasto al traffico delle sostanze stupefacenti, una particolare attenzione è riservata ai controlli su veicoli e persone che ogni giorno effettuano transiti al confine con la Svizzera. Quando qualcuno passa molto spesso, si cerca di capire se lo fa per lavoro o per motivi personali. Quando questi viaggi non hanno apparente motivazione entrano sotto la lente di ingrandimento degli investigatori e si attivano i controlli.
Proprio questo è accaduto a Como dove due uomini sono stati arrestati per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti.
I controlli hanno evidenziato che un uomo di 48 anni ogni giorno si recava in Svizzera senza evidenti motivazioni. Il monitoraggio avviato dai poliziotti della Squadra mobile di Como ha verificato che l’uomo si recava a Meda (Monza e Brianza), dove prelevava un’auto da un parcheggio condominiale e la utilizzava per raggiungere attraversare il confine.
Dalle prime indagini è emerso che probabilmente l’uomo trasportava droga, e per accertare questo sospetto, in collaborazione con la polizia cantonale del Canton Ticino e d’intesa con l’autorità giudiziaria, gli investigatori hanno piazzato dei dispositivi elettronici nella macchina utilizzata dal 48enne, riuscendo ad intercettare tutti i suoi movimenti.
L’attività di intercettazione ha fatto emergere la figura di un 33enne, residente in un’abitazione a Meda, che aveva il compito di tagliare lo stupefacente e conservarlo proprio dove il complice si recava a prelevare l’auto per andare in Svizzera.
Approfondendo l’indagine i poliziotti hanno scoperto che i due indagati rifornivano gli spacciatori svizzeri con una media di 700-800 grammi di droga ogni settimana e che il trasporto avveniva con l’auto dotata di un doppiofondo meccanicamente accessibile.
Dalle intercettazioni gli investigatori hanno capito che i due stavano per fare una sostanziosa consegna e hanno deciso di intervenire. Gli indagati sono stati fermati a Figino Serenza, in provincia di Como, con 3,8 chili di cocaina e quasi un chilo di cocaina, oltre a 15mila euro in contanti, materiale per il taglio, la pesatura e il confezionamento, tra cui degli stampini in ferro battuto per creare i classici panetti di droga.