MONZA – È stato Claudio Cogliati, presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori a fare gli onori di casa questo pomeriggio, quando davanti alle autorità regionali e locali è stata ricordata la nascita dell’Ospedale San Gerardo di Monza il 19 febbraio 1174.
“Sono profondamente onorato di ricordare gli 850 anni della fondazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza – ha esordito il presidente Cogliati -. Gerardo, non chierico, non monaco, borghese di quella classe che stava muovendo i primi passi nella crescita sociale, mette l’agiatezza economica e la casa al servizio dei malati indigenti. Esempio di quello che oggi chiamiamo giving back: restituzione ai meno fortunati di quanto la fortuna ti ha concesso. Gerardo comprende inoltre che il futuro del suo sogno può essere garantito da un patto che lega Chiesa, Comune e i suoi conversi: la convenzione che porta la data 19 febbraio 1174, esempio ancora interessantissimo di intelligenza amministrativa. L’evoluzione della sperimentazione gestionale fra Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma, Fondazione Tettamanti, Asst Monza sede principale della Medical School dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, permette inoltre la nascita dell’IRCCS San Gerardo dei Tintori l’1 gennaio 2023: una nuova sfida per l’assistenza, la cura, l’innovazione e la ricerca”.
Diversi i momenti che hanno scandito la giornata, a partire dal racconto storico del professor Michele Riva, docente di Storia della Medicina all’Università degli Studi di Milano-Bicocca con un excursus su Gerardo dei Tintori e la Fondazione dell’Ospedale, l’intervento di Davide Porta dell’Università degli Studi di Milano che ha illustrato le ricerche sulle spoglie di San Gerardo dei Tintori condotte dai paleo-patologi del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense (Labanof) diretto dalla professoressa Cristina Cattaneo (Università degli Studi di Milano), per culminare con la rievocazione storica della firma della Convenzione per la nascita dell’ospedale siglata tra Gerardo dei Tintori, l’arciprete di Monza e i consoli del Comune di Monza, a cura del Comitato Rievocazione Storica di Monza presieduto dalla Ghi Meregalli.
“L’ospedale dei poveri di Gerardo nasce in un periodo – la fine del XII secolo – caratterizzato da una fioritura di fondazioni ospedaliere. La stessa città di Monza vede almeno quattro strutture di ricovero per i malati attive in quegli anni. Il nuovo ospedale si distingue dagli altri per la sua indipendenza dall’autorità ecclesiastica e civile. Non viene fondato e gestito da un ordine religioso, ma da un privato cittadino: Gerardo Tintore”, ha spiegato nel suo intervento il professor Riva. “Sulla vita di questo personaggio, nato intorno al 1135 e morto nel 1207, abbiamo poche notizie. Sappiamo che appartiene ad una famiglia benestante di Monza, essendo figlio di un tintore che fece la propria fortuna grazie alla colorazione dei pannilana, attività molto diffusa e redditizia all’epoca. Alla scomparsa del padre, Gerardo decide di investire la propria eredità nella trasformazione dell’abitazione di famiglia – posta sulla riva sinistra del Lambro – in un ospedale dedicato ai poveri della città. Gerardo compie una scelta innovativa: affida la gestione dell’ospedale ad una comunità laicale di conversi, che lui stesso inizialmente guida. Pur essendo in linea con la posizione della Chiesa dell’epoca, che spingeva i “non religiosi” verso un maggiore impegno sociale, Gerardo temeva che questo nuovo modello organizzativo potesse non sopravvivere dopo la sua morte. Per questa ragione, decide di stipulare una convenzione con le autorità civili e religiose cittadine, che viene sottoscritta il 19 febbraio 1174 dall’arciprete della Basilica di San Giovanni e i consoli del Comune di Monza. Il documento, redatto in latino, illustra i provvedimenti adottati al fine di garantire la pacifica conduzione dell’istituzione anche dopo la scomparsa di Gerardo, in particolare in riferimento all’elezione del ministro – la più alta carica dell’ospedale – e dei conversi preposti alla cura dei malati e al conforto degli indigenti. Con questo atto, unico nel suo genere per l’epoca, il fondatore vuole assicurare l’autonomia della sua istituzione sia di fronte all’autorità civile come da quella chiericale, anche se l’una e l’altra sono invocate a garanzia dell’opera stessa. Il documento è alla base di reciproci riconoscimenti e concessioni. Da una parte si legge il desiderio di Gerardo di ottenere per il proprio ospedale il favore delle massime autorità locali, limitandone però al tempo stesso gli ambiti di ingerenza. Dall’altra si intravvede la volontà dei poteri laici ed ecclesiastici di far sentire la propria voce nella gestione di una istituzione così importante per la società”.
Sul fronte della ricerca, il Labanof era stato incaricato a novembre di effettuare lo studio antropologico delle reliquie del Santo e di verificarne lo stato di conservazione. Secondo le prime indagini è stato possibile determinare il profilo biologico dell’individuo, nonché il quadro patologico e traumatologico, per confrontarli con le informazioni fornite dall’agiografia.
“Lo studio di San Gerardo – è intervenuto Porta – ricade in più ampio progetto di ricerche inerenti ai corpi dei santi milanesi, che è partito con l’analisi dei resti di Sant’Ambrogio, Gervasio e Protasio ed è seguito con lo studio di altri santi vissuti nella Milano paleocristiana. Il proposito è quello di esaminare da un punto di vista scientifico le reliquie di questi santi e confrontare i riscontri delle indagini paleopatologiche con le informazioni desunte dalle rispettive fonti agiografiche, verificando nel contempo anche lo stato conservativo delle spoglie. Il lavoro su Gerardo è consistito nella preliminare svestizione della salma e nella ricognizione delle ossa presenti. Le spoglie di San Gerardo sono pervenute ad oggi complete di tutti i distretti scheletrici e ciò ha permesso di avviare una indagine esaustiva con accertamenti radiologici per individuare e approfondire lesioni o eventuali segni di malattia presenti sulle ossa. Lo studio ha permesso di ricostruire il profilo biologico del santo, vale a dire la determinazione di sesso, età, etnia e statura e di descriverne lo stato di salute. Stante i riscontri ottenuti, lo scheletro di San Gerardo è sicuramente riconducibile ad un individuo di sesso maschile, di una età compresa tra i 50 e i 65 anni e con un’altezza stimata fra i 160 e i 170 centimetri. Non è stato invece possibile accertare il gruppo etnico di appartenenza. Relativamente al quadro paleopatologico, le ossa del santo mostrano lesioni inquadrabili come osteoartrosi, vale a dire degenerazioni del tessuto osseo conseguenti all’invecchiamento. Di notevole interesse sono le tracce di traumi ante mortem riscontrabili sul santo: tre fratture a livello costale e una frattura sulla tibia. Oltre a ciò l’esame del cranio ha permesso di apprezzare una lesione, attualmente in via di determinazione a causa dei pesanti restauri nel tempo subiti dalla reliquia. Questi risultati sono compatibili con quanto è riportato dalle fonti storiche: Gerardo nasce in una famiglia di condizione agiata (l’anno di nascita è incerto) e, a seguito della morte del padre, sceglie di consacrare la sua vita all’assistenza dei malati poveri. Gli agiografi riferiscono inoltre che il corpo di Gerardo rimase seppellito nella terra per 40 giorni, dato quest’ultimo non trascurabile circa l’interpretazione di alcuni segni presenti sul reperto. Le fratture rinvenute sul santo, benché ci appaiono indicative di una persona che ha svolto una vita decisamente attiva, come quella dedicata alla cura quotidiana degli infermi, non trovano tuttavia alcuna corrispondenza nell’agiografia”.
Per la rievocazione storica sono state coinvolte trenta figure tra attori e figuranti di diverse associazioni del territorio, e in particolare gli attori guidati da Daniela Bonetti e i figuranti del Gruppo Amici del Borgo di Biassono, del Gruppo Sant’Agata Sovico, dell’associazione la Ghiringhella di Villasanta, dell’associazione Villasanta Medievale e del Gruppo Amici del Presepe di Lissone, accompagnati da musiche e canti dal vivo. A occuparsi della realizzazione dell’evento è il Comitato Rievocazione Storica Monza, sorto nel 2020 per valorizzare il patrimonio e l’illustre passato di Monza e della Brianza e presieduto da Ghi Meregalli. Il momento scenico si è aperto con la sfilata dei figuranti con gli stendardi recanti l’effige di San Gerardo e la Luna Rossa, simbolo della Monza medievale, e il prologo di Bonincontro Morigia, noto storico monzese del medioevo e autore del “Chronicon Modoetiense” dove si narra della storia della nascita dell’ospedale.
Poi il momento della firma della Convenzione. Nello specifico Giunio Giudice ha letto l’atto costitutivo da lui redatto, affiancato dall’arciprete e da due consoli. Infine l’entrata solenne di Gerardo, per raccontare della sua vita fra i poveri e i malati e dei suoi miracoli, accompagnato da Bonincontro Morigia, il tutto con musiche e canti dal vivo.
Per celebrare la ricorrenza della sua fondazione, l’Ospedale ha deciso di esporre il documento originale in pergamena recante la data 19 febbraio 1174, che rappresenta la più antica testimonianza relativa alla costituzione dell’hospitale pauperum gerardiano. Questo atto, normalmente custodito presso la Biblioteca Capitolare del Duomo di Monza, sarà esposto all’interno della Chiesa dell’Ospedale fino al 31 marzo 2024. Saranno previsti dei percorsi guidati gratuiti alla scoperta del documento e della storia dell’Ospedale, curati da docenti e ricercatori di Storia della Medicina dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Informazioni ulteriori saranno disponibili sul sito internet dell’Ospedale nei prossimi giorni.