Accessibili, sostenibili e ‘digital’: le imprese del turismo all’aria aperta guardano sempre più all’ambiente e si affidano al supporto dell’intelligenza artificiale per competere. È ciò che emerge dai dati presentati il 19 febbraio scorso a Portogruaro da Faita-Federcamping nel convegno “Il turismo all’aria aperta nel Nordest, ruolo e valore economico del settore e prospettive di sviluppo”, al quale hanno preso parte, tra gli altri, gli assessori regionali al Turismo del Veneto, Federico Caner, e del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini. I risultati di una ricerca del Ciset, assieme ai dati di HBenchmark e agli esiti dei progetti avviati da Faita con eAmbiente e Ciset-Jampaa, disegnano un settore in continua evoluzione. Tra Veneto e Friuli, i campeggi e i villaggi turistici offrono oltre 250mila posti letto, di cui 215mila sono di soci Faita, occupano 8.500 addetti e producono 22 milioni di presenze, posizionandosi saldamente al secondo posto dopo gli alberghi nell’offerta turistica. Richiamano un numero sempre maggiore di turisti, un trend già in atto nel 2019 e incrementato negli ultimi tre anni.
“L’Open Air viene finalmente apprezzato per quello che è: una nuova filosofia di vacanza. Accessibilità, sostenibilità, qualità e innovazione sono i pilastri della nostra attività. Obiettivo: operare investimenti che sappiano coniugare pragmatismo e fantasia per essere ancora più competitivi sul mercato. Stiamo guardando con sempre maggiore interesse agli obiettivi dell’Agenda 2030, e i risultati fin qui raggiunti sembrano darci ragione”, ha affermato il presidente Faita-Federcamping, Alberto Granzotto
Investimenti (Dati Ciset). Sul piano dell’innovazione e degli investimenti, le imprese ‘pioniere’ – che hanno investito in riqualificazione e sviluppo di nuova offerta per target specifici – rappresentano il 54% delle strutture, si trovano prevalentemente lungo la costa (57%) e al Lago di Garda (19%). Il 57% offre almeno 8 servizi aggiuntivi e il 45% dà oltre il 50% di questi in gestione a terzi. Il 62% ha un sito e-commerce, il 76% vende attraverso portali specializzati e 57% su altre piattaforme travel. Per continuare a competere, le imprese dovranno continuare a investire: già lo fanno grazie ai propri fatturati, ma devono poter contare su normative che supportino e facilitino l’accesso ai finanziamenti.
Fatturati. L’85% delle strutture all’aria aperta del Nordest sorge in Veneto, il 15% in Friuli Venezia Giulia. Il fatturato generato dal turismo open air in Veneto ammonta a 1,3 miliardi di euro: il 58% sono alimentati dalle spese extra alloggio (effettuate dai turisti dentro e fuori la struttura) e il 42% dalle spese di alloggio. In media, a ogni euro speso per l’alloggio corrispondono 1,4 euro spesi nell’indotto, che vanno a beneficio sia dell’impresa stessa che del territorio circostante.
In Friuli VG, la stima del fatturato totale dell’open air supera i 75 milioni di euro: il 56% è alimentato dalle spese extra alloggio, il 44% dalle spese di alloggio. In questo caso, l’impatto potenziale sul territorio è ancora superiore: a ogni euro speso nell’alloggio corrispondono, infatti, 1,9 euro spesi per altri beni e servizi.
Previsioni 2024 (dati HBenchmark). I dati di previsione per il 2024 nell’analisi di HBenchmark esaltano un settore in piena crescita, sia per i tassi di occupazione giornaliera, sia per i ricavi medi. Sulla base delle prenotazioni giunte fino al 6 febbraio (per il periodo primavera-autunno 2024), rispetto allo stesso periodo del 2023, l’occupazione media sale a +3,4% nel Lago di Garda, a +2,2% nell’Alto Adriatico Nord, a +6,2% nell’Alto Adriatico Sud, con un incremento medio complessivo prenotato nell’ultimo mese (dal 6 febbraio a oggi) di 8 punti percentuali.
Il ricavo medio per unità acquisita, alla data di osservazione odierna rispetto al consolidato 2023, passa da 95,9 euro a 117,7 euro nel Lago di Garda; da a 131,4 a 159,4 euro nell’Alto Adriatico Nord; da 73,7 a 83,7 euro nell’Alto Adriatico Sud.
La permanenza più lunga avviene nelle piazzole (fra i 13 e i 14 giorni), anche in virtù del boom dei maxi-caravan, camper e roulotte (oltre il 32% rispetto al 2023), seguite dai bungalow e villette (fra i 9 e i 10 giorni) e dalle casette mobili (fra i 10 e i 10,4 giorni). La maggior parte dei turisti proviene dalla Germania (38% nell’Alto Adriatico Sud, 53% nel Garda, 65% nell’Alto Adriatico Nord), seguita dall’Italia (10% nell’Alto Adriatico Nord, 16% nel Lago di Garda, 44% nell’Alto Adriatico Sud), e dai Paesi Bassi (15% nel Lago di Garda, 3% Alto Adriatico Sud, 2% Alto Adriatico Nord). Il Veneto, regione leader dell’open air, sta anche diventando punto di riferimento del settore sul piano della sostenibilità come filosofia d’impresa.
Sostenibilità (eAmbiente). Un marchio di garanzia da diffondere agli associati Faita-Federcamping sulla base di un protocollo ESG: è l’obiettivo del progetto pilota nato dalla collaborazione di Faita-Federcamping e eAmbiente, con il supporto di Banca Intesa, che analizza 10 strutture tra Venezia e il Lago di Garda, con un cluster di fatturato fra i 2 e i 25 milioni di euro. Un progetto che parte dall’analisi del contesto, passa per la redazione del report ‘protocollo open air 2030’, identifica le aree di miglioramento e i potenziali investimenti. Cinque strutture su 10 hanno punteggi buoni o molto buoni, quelle migliori riguardano governance, energia e benessere, con un punteggio che sfiora il 75%.
I campeggi del Garda veneto hanno performance ESG leggermente migliori rispetto a quelle del litorale, soprattutto nel criterio Energia (punteggio 83%), mentre le strutture adriatiche hanno voti migliori sul benessere e la circolarità. Otto strutture su 10 hanno un impianto fotovoltaico, 4 su 10 adottano sistemi di riciclo dell’acqua di piscina, più del 70% ricicla tra il 20% e il 50% dei rifiuti, mentre solo il 20% supera la soglia di riciclo del 50%. Produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili si fermano al 10% del totale. A livello sociale, il 73% dei lavoratori è stagionale e prevalentemente assunto a livello locale, mentre c’è ancora da lavorare sul piano dell’uguaglianza di genere: le cariche più alte sono infatti riservate agli uomini.