MILANO – Oggi, sabato 2 marzo, apre a Palazzo Reale la mostra Contemporary Museum Watching, monografica del fotografo Alex Trusty, omaggio al processo artistico e alla fruizione delle opere d’arte. A cura di Luciano Bolzoni, l’esposizione fa parte di Museocity, il palinsesto artistico e culturale promosso dal Comune di Milano insieme all’Associazione Museocity, e dialoga con il tema scelto per l’edizione di quest’anno, “Mondi a Milano”.
Contemporary Museum Watching raccoglie 62 scatti – tratti da una selezione di circa 25.000 fotografie realizzate nell’arco di quasi dieci anni (2015-2023) in oltre 80 musei in tutto il mondo – che ritraggono gli spettatori in contemplazione davanti alle opere d’arte: dalla Pinacoteca di Brera di Milano alla Galleria Borghese di Roma, dai Musei Vaticani al Museo Archeologico di Napoli, passando per numerose istituzioni internazionali, quali la National Gallery di Londra, il MOMA di New York, il Musée d’Orsay di Parigi, il Musée Magritte di Bruxelles e il Museum Palace di Taiwan, per citarne alcuni.
Alex Trusty ha un occhio colto e curioso: non sorprende trovarlo a visitare musei e mostre, dove ad attrarlo è tutto ciò che succede di fronte, o intorno, a un’opera d’arte, e in particolare quello che, agli occhi del fotografo, è parte complementare dell’opera, ossia lo spettatore in contemplazione. Trusty è sempre stato affascinato dalle reazioni soggettive di ciascun visitatore di fronte alle opere, siano esse famose o meno: ognuno è attirato dagli elementi più disparati ed è spesso impossibile comprendere quali, perché suggeriti anche da motivazioni intime e personali. Per questo il fotografo si aggira per le sale dei musei a caccia di scatti furtivi, praticando una sorta di “art watchers watching”, come lo definiva il grande Elliott Erwitt.
“Il rapporto uomo-opera d’arte è oggi spogliato del senso di soggezione del passato, per far posto a una interazione libera e nuova, tutta da documentare e interpretare – sottolinea Alex Trusty –. Ecco, anche da questa riflessione nasce Contemporary Museum Watching”.
Nel processo di elaborazione dello scatto Alex Trusty ricorre a un gioco di percezione, portando lo spettatore all’interno del quadro e creando delle analogie di forme e colori tra opera e osservatore, in una sorta di trappola ottica. Come la giovane ragazza ‘catturata’ e resa come immobile per sempre nella Grande Jatte dipinta da Georges Seurat (Art Institute of Chicago) o la donna presa per mano da un nudo inquietante nel Museo Ludwig di Colonia.
Altri protagonisti della fotografia di Alex Trusty sono i musei, le cui architetture diventano esse stesse opere d’arte: edifici, gallerie e spazi museali con cui lo spettatore interagisce ancor prima di avvicinarsi all’opera d’arte. Ne è un esempio lo scatto del Duomo di Milano, immortalato dal Museo del Novecento attraverso gli archi del Palazzo dell’Arengario.
Contemporary Museum Watching ha il patrocinio di Fondazione Cariplo ed è stata realizzata grazie al contributo di Accuracy, Viride Group e Norqain. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da artem (136 pagine, 30 euro) con prefazione di Sylvain Bellenger, Direttore Emeritus del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Alex Trusty, pseudonimo di Alessandro Fidato (1967). Fotografo e manager romano, ha vissuto a Roma, Napoli e negli Stati Uniti, mentre oggi vive e lavora a Milano. Inizia a fotografare giovanissimo grazie al padre Carlo, appassionato anch’egli di fotografia, dal quale impara le tecniche della camera oscura. Coltiva la passione per la fotografia con l’amore per il viaggio e per l’osservazione curiosa di ciò che lo circonda. Con lo pseudonimo di Alex Trusty, che usa tuttora, allestisce la sua prima mostra fotografica collettiva nel 2014 con un reportage su L’Aquila dopo il terremoto.
Ha esposto le sue fotografie in diverse sedi, tra cui recentemente il Palazzo delle arti di Napoli, il Museo Archeologico nazionale di Napoli, la Fondazione Stelline di Milano e Villa Pomini a Castellanza, Varese. È specializzato in black&white, street photography, cityscape, architettura e landscape.