MONZA – E’ stato riconsegnato oggi ai Musei Civici di Monza un dipinto risalente al XVII secolo, realizzato con la tecnica dell’olio su tavola, raffigurante il Colosseo, di cui si erano perse le tracce dal 1974.
La storia. L’opera, che all’epoca era custodita nella Pinacoteca Civica della Villa Reale di Monza, era stata sottratta, insieme ad altre 10 tele d’autore, per un valore stimato di circa 10 milioni di lire.
Le verifiche condotte dai carabinieri del Nucleo TPC di Monza attraverso la consultazione della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando TPC, hanno così consentito accertare la corrispondenza tra la tavola in vendita sul sito di una casa d’aste milanese a 8000 euro e quella censita nel sistema informatico. Le indagini, coordinate dall’Autorità Giudiziaria di Varese, hanno consentito di confermare in pieno l’ipotesi investigativa dei Carabinieri e accertare che quanto avevano individuato nella rete fosse proprio ciò che era stato trafugato da Monza nella notte tra il 6 ed il 7 giugno 1974.
L’opera. Il dipinto rappresenta una veduta del Colosseo dalla parte più diroccata, con l’edificio in stato di abbandono ricoperto in parte dalla vegetazione. Sul lato destro del quadro appare una parte di colonnato classico, anch’esso in rovina, mentre sullo sfondo, a sinistra, si nota parte di un muraglione e un piccolo edificio, simile a una porta o a una facciata di chiesa di gusto barocco, con volute e timpani triangolari.
L’opera è pervenuta al Comune di Monza dal lascito testamentario di Eva Galbesi Segrè del 1923, senza indicazioni sull’autore. Risulta esposta in Pinacoteca, nella sede in Villa Reale, già nel 1945; successivamente gli inventari segnalano alcuni spostamenti all’interno delle sale, sino al furto denunciato il 7 giugno 1974.
Il Caramel (1981) è il primo ad avanzare un’ipotesi attributiva nel suo catalogo delle opere dei Musei Civici, suggerendo l’ambito di François Didier de Nomé, detto Monsù Desiderio, pittore di origini francesi ma attivo in Italia e in particolare a Napoli nei primi decenni del Seicento.
Il dipinto dei Musei Civici sembra ragionevolmente da collocare nell’ambito di una bottega romana di metà Seicento, nel contesto della fortunata produzione di vedute e capricci che traggono ispirazione dalle vestigia dell’antichità classica, spesso collegata a pittori di origine nordica trapiantati a Roma.
“La restituzione della tavola ai Musei Civici consentirà la sua esposizione temporanea al pubblico negli spazi della sede di via Teodolinda già dal mese di aprile, dopo un’accurata operazione di manutenzione. Seguirà un’attività di ricerca e studio da parte del personale scientifico del museo, finalizzata a una più precisa collocazione storico-artistica dell’opera e alla possibilità di avanzare nuove ipotesi di attribuzione”, ha spiegato l’Assessora alla Cultura Arianna Bettin.
L’opera sarà esposta al pubblico nel mese di aprile e verranno organizzate iniziative dedicate.
“Ringrazio il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale per il prezioso lavoro svolto – ha concluso il sindaco Paolo Pilotto -. Le molteplici e qualificate competenze presenti all’interno delle istituzioni si confermano, anche in questo caso esemplare, un riferimento indispensabile per garantire risultati concreti a beneficio dell’intera comunità”.