La fotografia della nostra economia scattata dall’Ufficio Studi Confcommercio nella sua Congiuntura continua ad essere un po’ “sfuocata”. Infatti, pur vivendo un periodo complicato con tensioni forti sullo scenario internazionale, non mancano i segnali positivi provenienti soprattutto dal settore dei servizi e in particolare dal turismo estero. E poi a febbraio e a marzo gli indicatori della fiducia delle imprese, dell’occupazione, della produzione industriale e delle vendite al dettaglio hanno mandato segnali confortanti.
In linea con i nuovi indicatori mensili la stima di crescita per il primo trimestre del PIL è rivista al rialzo: +0,3% invece che lo 0,1% stimato nella precedente Congiuntura, con un andamento annuo che passerebbe da +0,3% a +0,5%. “Il raggiungimento di obiettivi medi annui attorno – ha detto il responsabile dell’Ufficio Studi Mariano Bella – all’1% resta difficile, ma per nulla impossibile. Secondo le nostre stime, ad aprile il PIL è atteso registrare, nel confronto con marzo, una crescita dello 0,1%. Su base annua la variazione si porterebbe all’1,2%”.
A marzo 2024 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2023. Il dato segue un bimestre che, stando alle ultime informazioni disponibili, ha mostrato un andamento più favorevole rispetto alle prime stime. L’incremento di marzo è sintesi di una crescita della domanda di servizi (+2,7% nel confronto annuo) a cui si è associata una flessione di quella di beni (-0,5%). “Nella media del primo trimestre si rileva una variazione dell’1,1% (sul dato pesa inevitabilmente anche il diverso numero di giorni) con una crescita dei servizi del 2,9% e un incremento della domanda di beni dello 0,4%”.