SAVONA – Nelle prime ore del mattino di ieri, 15 maggio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Savona, su tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle province di Milano, Monza Brianza, Napoli, Catania, Imperia e Novara, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Savona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 persone (8 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), tutti italiani tra i 34 e i 73 anni di età, indagate per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurime truffe a danno di aziende, ricettazione e bancarotta fraudolenta.
L’operazione, che ha visto impegnati oltre 70 militari, sia del Comando Provinciale di Savona che dei comandi Carabinieri territorialmente competenti, giunge al termine di una complessa indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Savona e della Compagnia di Alassio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, partita nell’ottobre scorso dopo un blitz dei Carabinieri in un capannone di Villanova d’Albenga (SV) dove sono state rinvenute 55 tonnellate di merce provento di truffa del valore di oltre 230.000 euro. Nel corso delle indagini sono stati raccolti gravi indizi sull’esistenza di un’organizzazione criminale in grado di truffare, tra il mese di maggio 2023 e il mese di maggio 2024, centinaia di aziende, alcune delle quali blasonate, operanti sul territorio nazionale causando perdite per diversi milioni di euro.
Secondo quanto emerso dalle indagini e riportato nell’ordinanza, gli indagati, dopo essere subentrati quali amministratori e soci in almeno 9 aziende non più operative e rilevate a prezzi modici, trasformavano l’oggetto societario includendo la rivendita di vari generi di prodotti (dall’edilizia, agli alimentari, all’hi-tech). Di seguito venivano depositati bilanci falsi i cui ingenti utili, di fatto inesistenti, venivano destinati all’aumento di capitale sociale rendendo la società apparentemente solida. L’aumento di capitale sociale e l’assenza di segnalazioni/contestazioni, dovute unicamente all’inattività della società, consentiva di far lievitare l’indice di affidabilità aziendale rilevabile da società di rating, tanto da indurre in errore le aziende fornitrici che accordavano alle società degli indagati forniture, anche di ingente valore commerciale, accettando pagamenti a 30 o addirittura 60 giorni che poi non venivano onorati. Una volta segnalati gli insoluti, il giudizio di affidabilità delle società subiva un brusco crollo tanto da non consentire il prosieguo dell’attività criminosa.
Le società di volta in volta “bruciate”, le cui sedi operative erano ubicate a Villanova d’Albenga (SV) e San Giuliano Milanese (MI), venivano sistematicamente abbandonate in stato di grave dissesto finanziario e i proventi dati dalla vendita della merce, destinata a una collaudata rete di ricettatori, venivano spartiti tra gli indagati sottraendoli ai creditori, causando insoluti per oltre 3 milioni di euro e maturando debiti tributari per oltre 2 milioni di euro.
Su richiesta ed iniziativa della Procura della Repubblica di Savona, che ha rilevato la palese situazione di insolvenza della società, il Tribunale fallimentare ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale a carico di tali società, i cui gestori sono stati indagati anche per il reato di bancarotta fraudolenta.
Disperate per la grave perdita economica, numerose vittime si sono presentate presso le sedi delle società ma di loro non vi era ormai alcuna traccia; inutili gli appelli telefonici per vedersi corrisposto il dovuto. Le vittime, anzi, venivano derise dai truffatori come testimoniato da alcune conversazioni telefoniche intercettate.
Nel corso delle operazioni di perquisizione sono state deferite in stato di libertà per ricettazione altre persone e sono stati sottoposti a sequestro diversi quintali di merce per un assai rilevante valore complessivo, che verrà restituita ai malcapitati fornitori.
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