VIMERCATE – Mercoledì 26 giugno i consiglieri comunali di Vimercate, sindaco e assessori hanno visitato la casa circondariale di Monza. L’iniziativa, organizzata dal Presidente del Consiglio Comunale Davide Nicolussi in collaborazione dell’Associazione “NTC – Nessuno Tocchi Caino”, è nata dopo che il Consiglio Comunale nella seduta dello scorso 5 marzo aveva espresso all’unanimità un appello al Governo italiano affinché si adoperasse con ogni mezzo per il rientro in Italia di Ilaria Salis, dandole così la possibilità di scontare gli arresti domiciliari in Italia, o comunque presso l’Ambasciata italiana a Budapest, e di assistere eventualmente in videoconferenza alle udienze del processo che la vede imputata per aggressione durante una manifestazione politica.
Nel merito della discussione della mozione, il Sindaco Francesco Cereda aveva commentato circa una sua recente visita istituzionale al carcere di Monza evidenziando il tema del sovraffollamento e dei numeri delle persone recluse in attesa di giudizio. Aveva poi concluso il suo intervento proponendo al Consiglio Comunale di organizzare una visita, per vivere un’esperienza molto istruttiva e che contribuisce a cambiare il proprio punto di vista.
Il Presidente Nicolussi ha fatto propria la proposta e mercoledì 26 giugno Consiglieri comunali, Sindaco e Assessori si sono recati in visita presso la casa circondariale. Al termine, nella sala Cleopatra di Palazzo Trotti, si è tenuta una conferenza stampa che ha permesso di raccontare l’esperienza appena vissuta.
Alla conferenza sono intervenuti anche Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti dirigenti dell’associazione NTC – Nessuno Tocchi Caino; Marco Negrini, Presidente della Camera Penale di Monza; Raffaele Marassi del Consiglio Ordine Avvocati di Monza e Cesare Burdese architetto esperto in materia di progettazione di istituti di detezione.
“Esprimo la mia soddisfazione e il mio ringraziamento all’associazione Nessuno Tocchi Caino e ai consiglieri comunali per aver accolto positivamente l’iniziativa e partecipato con grande interesse – ha dichiarato Davide Nicolussi. “Abbiamo toccato con mano e non solo metaforicamente i detenuti, abbiamo parlato con loro e abbiamo capito che, anche se reclusi, sono cittadini, fanno parte della società ed è nostro compito fare in modo che il periodo vissuto all’interno di un carcere sia un’occasione per rinascere. Stanno pagando con la costrizione della liberà i loro errori ma questo non significa che non debbano vivere con dignità”.
Oltre al Presidente Nicolussi, che ha aperto la conferenza, sono intervenuti i consiglieri Susi Rovai, Matteo Trassini, Daniele Dossi, Federica Villa e Guido Fumagalli esprimendo un sincero ringraziamento per l’opportunità che è stata data di conoscere una realtà che sembra molto lontana, ma che ci fa capire quanto il tema del sovraffollamento, dei diritti delle persone e della loro dignità sia importante ed attuale. Ed ancora la necessità di attivare gli strumenti della politica per trovare soluzione al fine di dare nuove opportunità a chi, uscendo dal periodo di detenzione, deve ritornare e inserirsi nuovamente nella società e non ricadere più negli errori che hanno portato a delinquere. Attenzione è stata data anche a chi lavora nelle carceri: un aspetto da non sottovalutare per garantire il funzionamento della stessa struttura.
Da queste dichiarazioni sono poi emersi i dati forniti da Sergio D’Elia che è intervenuto complimentandosi con i consiglieri comunali perché Vimercate è stata la prima Amministrazione Comunale che ha sentito l’esigenza di varcare formalmente la soglia di un carcere ed è stato importante perché erano presenti tutti i rappresentanti di ogni forza politica presente in consiglio. Un impegno bipartisan che testimonia la volontà di conoscere un’altra realtà che vive nella difficoltà di sovraffollamento, di gestione e di costruzione di un modello che rieduchi i detenuti.
D’Elia ha poi elencato alcuni dati che denunciano una situazione non facile presente a Monza: 699 i detenuti effettivi a fronte di una capienza di 411, con un indice di affollamento pari quindi al 170% della capienza massima prevista. Di questi 699 più di un terzo sono reclusi in attesa di giudizio, cioè cittadini che si trovano in carcere in attesa che il processo termini con una sentenza che stabilisca se si è colpevoli o innocenti. D’Elia ha poi sottolineato come il 20% dei detenuti hanno un’età inferiore ai 25 anni, percentuale che negli ultimi anni è in continua crescita. Nel suo intervento ha affrontato anche il tema dello stato di salute dei detenuti: 332 sono persone con problemi psichiatrici o dipendenti da sostanze stupefacenti, persone che non dovrebbero scontare la pena in un carcere sovraffollato ma nelle comunità di recupero.
L’ultimo dato è quello relativo al personale che lavora per permettere alla struttura di funzionare: con un organico previsto di 296 operatori ad oggi sono 277 le persone operative, per un carcere che ospita 288 persone in più di quelle previste.
L’associazione, ha concluso D’Elia, è impegnata a portare al Governo una modifica alla legge che cambierebbe le condizioni di “premialità” e gli sconti di pena per i detenuti.
Napoli – Introducevano droga e cellulari in carcere: 12 arresti
Novembre 19, 2024