VIGEVANO – Nel corso di rafforzati servizi finalizzati a prevenire la commissione di reati contro il patrimonio, la Polizia di Stato ha denunciato per truffa due giovani italiani di 20 anni, residenti in provincia di Napoli.
In particolare, la pattuglia della Squadra Volante del Commissariato di Vigevano (Pavia) il pomeriggio di venerdì 23 luglio notava due persone aggirarsi con fare sospetto in una zona limitrofa al centro città le quali, alla vista dell’autovettura di servizio, cambiavano direzione accelerando il passo.
Gli agenti, insospettiti, raggiungevano i due giovani e sottoponendoli a controllo rinvenivano, occultati nelle tasche dei pantaloni, numerosi oggetti in oro, dei quali non ne giustificavano il possesso. Inoltre, a pochi metri di distanza, individuavano l’autovettura da loro utilizzata, intestata ad una società di noleggio. Anche il controllo dell’autovettura dava esito positivo in quanto veniva rinvenuto un sacchetto contenente ulteriori monili in oro ed, occultata sotto un sedile, una modica quantità di sostanza stupefacente.
Nonostante i pochi elementi a disposizione gli agenti riuscivano a risalire alle vittime ed a ricostruire il modus operandi dei malviventi i quali, contattando telefonicamente le vittime e fingendosi l’avvocato di un loro parente, reo di aver cagionato un sinistro stradale, chiedevano denaro contante od oggetti in oro da consegnare successivamente alla parte lesa al fine di garantire l’impunità del familiare.
I due, facendo leva sui sentimenti e le fragilità delle vittime, nella medesima giornata, sia in un comune limitrofo a Vigevano sia a Novara, riuscivano a farsi consegnare diversi monili in oro ed ad allontanarsi celermente dal luogo.
Grande è stata la contentezza delle vittime che, previo riconoscimento, sono rientrate in possesso dei beni sottratti di ingente valore economico ed affettivo.
I due giovani sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per ricettazione e truffa aggravata e nei loro confronti il Questore di Pavia ha adottato i provvedimenti di foglio di via, inibendo loro il ritorno nel comune di Vigevano per due anni.