MONZA – Ogni mattina si alzano e si rimboccano le maniche. Gli artigiani brianzoli, di fronte all’ennesimo tentativo di salvataggio di Alitalia, hanno deciso di alzare anche la voce per chiedere che si smetta una volta per tutte di dare sovvenzioni che vanno poi a gravare sulle tasse delle imprese e sul portafogli dei cittadini.
“L’offerta presentata da Ferrovie dello Stato per l’acquisto di Alitalia – commenta il segretario generale Unione Artigiani, di Milano e Monza e Brianza, Marco Accornero – preoccupa profondamente per il rischio di ennesimo sperpero di denaro pubblico, che influirà negativamente sui bilanci della società ferroviaria. Accogliamo con sollievo la notizia che aziende pubbliche del calibro di Eni e Leonardo si siano defilate, così come Cassa Depositi e Prestiti. Censuriamo con decisione le ipotesi di pensionamenti anticipati e agevolati di una fetta di personale della compagnia, ritenendola una scelta ingiusta nei confronti del complesso dei lavoratori italiani che vivono con apprensione la tenuta del sistema previdenziale”.
Per Accornero ci sono già segnali molto chiari da interpretare: “Lufthansa, possibile primo socio industriale, ha già ribadito di non voler partecipare a new company insieme con lo Stato. La Commissione europea, inoltre, difficilmente autorizzerà una proroga del prestito ponte concesso dal Tesoro ad Alitalia. Si pensi dunque una volta per tutte a una alleanza esclusivamente industriale con soci privati che eviti una statalizzazione fuori dai tempi, sinonimo di spreco di denaro pubblico. Magari le aziende artigiane in difficoltà avessero avuto in questi anni la metà degli aiuti e dei sussidi destinati, a fondo perduto, ad Alitalia ”.
Nel frattempo sulla questione interviene anche Andrea Monti, consigliere regionale della Lega, ma per vedere la questione dal punto di vista del possibile socio o acquirente: “Se il gruppo Fs è capace di trovre quattrini per infilarsi nel mercato aereo, credo che abbia la possibilità di tornare anche con i piedi per terra e di trovare tempo e soldi per svolgere al meglio il suo dovere principale. Ovvero quello di fare viaggiare decentemente la gente sul treno contribuendo, in quanto socio della Regione in Trenord, al buon funzionamento del servizio. Purtroppo Ferrovie dello Stato, proprietario unico della rete su cui viaggiano i nostri treni, è un po’ troppo assente e un po’ troppo furbo quando si tratta di contribuire agli investimenti necessari”.