MONZA – Improvvisamente sulla sua vita è calato il buio. Piano piano, quasi ad abituarlo lentamente al fatto che sarebbe diventato cieco. Luca non poteva accettarlo: nel pieno dell’adolescenza, con tanti sogni da realizzare, tanti impegni da affrontare. A lui gli occhi servivano: voleva fare il geometra e poi era un grande sportivo. Ma il destino non ha avuto pietà, e piano piano le tenebre sono calate sui suoi occhi, ma non sulla sua vita.
Un libro autobiografico, terapeutico per se stesso ma anche per chi sta vivendo ciò che lui ha già vissuto vent’anni fa. Si intitola “Tarcisio il talpone”, il libro scritto dal monzese Luca Aronica, 35 anni, presidente dell’Unione italiana ciechi di Monza e Brianza. Un libro scritto a quattro mani: Luca che racconta la sua vita alla compagna Antonella Inga, e Antonella che la trasforma in testo.
Un viaggio intenso, profondo e intimo nella storia di un uomo che, grazie anche all’aiuto dei genitori e degli amici, è riuscito a rialzarsi dalla sberla che la vita gli ha tirato.
“Avevo 13 anni quando ho iniziato ad avere i primi problemi – racconta – Non accettavo questa situazione, facevo di tutto per nasconderla fino a quando ho dovuto fare i conti con la realtà”. Un incidenti in motorino: Luca non accettava la sua malattia e malgrado la vista piano piano si affievolisse lui cercava di condurre quella vita da adolescente che fino ad allora aveva vissuto.
La cecità fa paura. Ma bisognava reagire. “Non c’è stato un episodio in particolare che mi ha fatto scattare la molla della reazione – continua – Forse quando ormai non potevo più nascondere la mia diversità è scattata la spinta di reazione”.
Toccato il fondo Luca ha capito che era il momento di rialzarsi. Non era facile, ma al suo fianco ha trovato il prezioso aiuto della mamma che lo ha sostenuto, incoraggiato e spronato a cercare in se stesso quella forza e quelle potenzialità che non pensava neppure di possedere.
Oggi Luca ha una vita piena, intensa: non fa il geometra, ma ha scoperto un’altra passione diventando operatore shiatsu. Ha coronato il suo sogno di indipendenza vivendo insieme alla compagna Antonella, ha strabiliato amici e parenti ritornando sugli sci, facendo lo skipper in barca a vela, portando tante iniziative all’interno dell’Unione ciechi di Monza. Quell’associazione alla quale non voleva neppure rivolgersi, ma grazie alla spinta della madre ha trovato un valido sostegno e poi cari amici.
Ma per arrivare a questo equilibrio Luca ha dovuto lottare. “Ho scritto questo libro proprio per incoraggiare i ragazzi che stanno vivendo il mio stesso percorso e i loro genitori – spiega – E’ sicuramente un percorso di sofferenza, ma anche se abbiamo una disabilità visiva possiamo vivere pienamente la nostra vita a quattro sensi. Le difficoltà che ho vissuto vent’anni fa sono le stesse che vivono oggi i ragazzi ciechi: la scuola, gli amici, la famiglia. Bisogna fare comunque un viaggio dentro di sé. Un percorso che devono attraversare anche i genitori, sostenendo i figli. Solo quando si arriverà alla composizione di quel puzzle riusciremo ad accettare la condizione di disabilità soprattutto a visualizzare tutte quelle possibilità che la vita offre, anche se vissuta al buio”.
Luca non immaginava che una persona cieca potesse muoversi in autonomia, telefonare, sciare, andare in bicicletta. “Poi mi sono riscoperto capace di raggiungere importanti obiettivi – continua – Passo dopo passo, conquista dopo conquista è aumentata la mia autostima e a quel punto non mi sono posto più limiti cercando, ogni volta, di alzare un po’ l’asticella”.
Un’asticella che oggi si alza ulteriormente con questa nuova avventura letteraria realizzata insieme alla sua amata Antonella. Un testo brioso e coinvolgente rivisto dalla professoressa Paola Borin e che conquista fin dalla copertina (una simpatica talpa con occhiali neri e bastone bianco) disegnata da Lara, una studentessa del Martin Luther King di Muggiò che ha partecipato al progetto di alternanza scuola-lavoro presso la sede dell’Unione ciechi.
Ma Tarcisio il talpone chi è? “Non posso svelarvi troppo – conclude Luca – E’ un personaggio certamente noto agli studenti dell’Istituto professionale dei Salesiani di Sesto San Giovanni”.
Il libro “Tarcisio il talpone” ha anche un risvolto benefico. Parte del ricavato sarà infatti devoluto alla Polisportiva FreeMoving fondata nel 2016 da Luca e Antonella per avvicinare le persone disabili al mondo dello sport certi della valenza terapeutica del movimento. Un’altra parte del ricavato sarà invece destinato all’Unione ciechi di Monza e Brianza per l’acquisto di materiale tecnologico per uso scolastico da destinare ai bambini e ragazzi non vedenti.
Che cosa aspettate? Prenotate la vostra copia di “Tarcisio il talpone” inviando un’email a tarcisioiltalpone@gmail.com. Inoltre il 2 dicembre alle 18 al Binario 7 (via Turati) ci sarà la presentazione ufficiale del libro.
Barbara Apicella
1 Comment
Complimenti x la forza che hai avuto e x quello che trasmetti a tutti bravo